Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Non piangere. Tutto ciò che viene perso, ritorna sotto un’altra forma” (Gialal al-Din Rumi)
Settembre ha chiuso in rosso in tutte le principali Borse mondiali (-4,4% l’indice MSCI World), il secondo mese consecutivo. Le cause sono invariate, anzi si stanno accentuando: riaccendersi delle tensioni lato inflazione (petrolio verso i $100), dichiarazioni “falco” dei banchieri centrali, con l’aggiunta della instabilità politica in Usa. Il Congresso ha infatti trovato l’accordo per evitare lo shutdown, ovvero il blocco delle attività amministrative, ma sconfessato alcune scelte di Joe Biden che crolla nei sondaggi. Le riunioni di Fed e Bce, che si svolgeranno a metà novembre potrebbero inoltre non confermare la pausa nella politica monetaria restrittiva ovvero aumentare il costo del denaro di ulteriori 25 punti. Il mese di settembre non ha infine potuto beneficiare del flusso di notizie dei risultati di bilancio che riprenderà nel mese di ottobre con i conti delle corporate statunitensi. Di riflesso il mese di settembre ha visto riaccendersi la volatilità, Vix sull’S&P 500 +34%, non lontano dalla soglia psicologica del 20 punti, del future sul gas alla Borsa di Amsterdam (il famoso contratto TTF), +19,4% ed infine il petrolio, +7%, che si porta inoltre a +12% da inizio anno. L’indice FTSE Mib 40, ha perso l’1,4%, contenendo le perdite rispetto alle Borse globali, ma ripiegando appena sotto la soglia che delimita un mercato toro: +19% da inizio anno rispetto a +20%. A contenere le perdite i titoli del settore bancario su cui ha influito positivamente il passo indietro del Governo sulla tassa sugli extraprofitti bancari e gli energetici, beneficiari del forte rialzo del prezzo del petrolio.
Che mese sarà ottobre?
Quello appena iniziato sarà un mese di transizione in attesa della riunione delle banche centrali a metà novembre. Ad oggi la probabilità che il costo del denaro in Usa resti invariato sfiora il 90% eppure nel corso dei prossimi 30 giorni le cose potrebbero cambiare velocemente. La politica monetaria, per ammissione dei diretti protagonisti, è guidata dai dati, e sono tanti quelli in uscita nelle prossime settimane. Si comincia oggi alle 9:55 con l’indice dei direttori gli acquisti del settore manifatturiero in Germania, per poi continuare alle 16:00 con l’indice ISM dei direttori degli acquisti statunitensi, nel mese di settembre. Infine alle 17:00 è previsto un discorso del presidente della Fed, Jerome Powell. Martedì alle 16:00 sarà invece la volta della statistica sui nuovi lavori (JOLTs) in Usa ad agosto, mercoledì la prima lettura del PIL Italiano nel terzo trimestre, alle 16:00 e alle 18:00 un discorso della presidente della Bce, Christine Lagarde. Si chiude venerdì alle 14:30 con il tasso di disoccupazione in Usa a settembre. Le stime sono per un nuovo calo che porterebbe il mercato del lavoro sui massimi storici. La settimana che inizia il 9 ottobre sarà invece quella che aprirà la terza reporting season statunitense. Attenzione infine alla politica italiana, il “braccio di ferro” con la Commissione europea sul saldo della legge di Bilancio (il Governo si è preso un margine di deficit aggiuntivo di €14 miliardi) è solo all’inizio.
E’ l’ora dell’india
Per Pictet Asset Management l’India è l’investimento del momento. Secondo gli esperti la competitività del gigante asiatico è in crescita e il mercato azionario è in espansione, le aziende indiane sono pronte a conquistare i mercati globali con un mix di digitalizzazione e diversificazione. Secondo l’analisi di Prashant Kothari, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, sono diverse le regioni che dovrebbero attirare l’attenzione degli investitori sull’India. Come sappiamo alla fine dello scorso anno è diventata la quinta economia del mondo, poche settimane fa è partita alla conquista dello spazio facendo atterrare una navicella sulla Luna, e a fine settembre ha ospitato il G20, primo Paese dell’emisfero meridionale a farlo. Sul piano geopolitico, la sua storica posizione di nazione “non allineata” le ha consentito di tenersi le mani libere nei rapporti con la Russia, garantendosi le forniture di energia necessarie per sostenere la sua tumultuosa crescita. Infine la valutazione del mercato azionario ha toccato il massimo storico a $3.800 miliardi e le aziende indiane stanno facendo meglio di quelle degli altri Paesi emergenti. In conclusione secondo Pictet Asset Management, si rafforza l’inclusione finanziaria del Paese, migliora la produttività, si riduce la corruzione e, particolarmente importante per gli investitori, rende più facile alle piccole imprese l’accesso al credito necessario alla loro espansione.