Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Va bene avere le uova in un paniere finché controlli ciò che accade in quel paniere” (Elon Musk)
I magnifici 7 conteranno meno. Il peso di titoli come Microsoft, Nvidia, e Tesla, passerà dal 45% al 38,5% della loro incidenza sull’indice Nasdaq 100. L’obiettivo delle autorità di mercato è quello che le mega cap non possano rappresentare oltre il 50% del listino, altrimenti i fondi correrebbero il rischio di violare le regole della diversificazione. Una buona notizia per il tech di minori dimensioni che dovrebbero beneficiare di un flusso di denaro in uscita dalle mega capitalizzazioni, che si riverserà sulle “Microsoft del futuro”. Queste ultime sono infatti state molto penalizzate nel corso degli ultimi 10 mesi. Ad esempio sul Nasdaq ci sono oltre 200 società biotech che capitalizzano meno della cassa. Questo fa capire quanto elevata sia la sottovalutazione delle small cap. Un altro dato interessante è che il 51% delle biotech su un totale di 1.000, hanno una capitalizzazione inferiore ai $100 milioni. Numeri che fanno pensare che il valore ci sia e debba solo trovare la condizione per emergere. Una situazione che in Italia potrebbe valere per l’Euronext Growth Milan, il listino delle Pmi ad alto potenziale di crescita, che ha accumulato un gap di 2.000 punti rispetto alle blue chip. La rotazione in corso in Usa potrebbe quindi riflettersi anche nel nostro listino magari in corrispondenza della diffusione dei risultati semestrali che inizierà nel mese di settembre.
Recessione più vicina?
Ieri sono stati diffusi importanti dati macro relativi allo stato di salute delle imprese. Francia e Germania hanno diffuso gli indici Pmi manifatturieri, in entrambe i casi sotto le attese, e inferiori ai 50 punti, soglia delimita la recessione dall’espansione dell’economia. Il dato dell’eurozona ha addirittura fatto segnare il minimo da 38 mesi. In Usa invece l’indice dei direttori agli acquisti del settore terziario a luglio, ha deluso le attese, posizionandosi però ancora leggermente sopra la soglia di 50, ovvero 52,4 dall’attesa di 54. Segnali che indicano l’inizio di una fase di recessione a partire dalla seconda parte dell’anno in corso. E nel frattempo il petrolio sale sui massimi da 3 mesi riaccendendo i timori per una ripresa dell’inflazione. Dati che potrebbero quindi influenzare le decisioni di Fed e Bce che tra domani e giovedì si riuniranno per stabilire il nuovo livello dei tassi di interesse. Molto improbabile che i dati macro più recenti possano portare a uno stop ma sicuramente influenzeranno le dichiarazioni dei banchieri post riunione. Ragione per cui le asset class rischiose continuano ad essere impostate al rialzo, tra cui Piazza Affari, migliore Borsa d’Europa nella seduta di ieri, oramai prossima al target di 29mila punti.
Mettiamoci una X
Da oggi è attivo il nuovo logo di Twitter il social network di messaggistica che ha adottato una X maiuscola stilizzata abbandonando l’uccellino blu che lo caratterizzava dalla nascita nel 2006. La scelta di cambiare tipo di logo è stata anticipata negli ultimi giorni da Elon Musk, il neo proprietario del social network, che punta ad utilizzarlo anche per i pagamenti digitali e in generale i servizi bancari. Il nuovo logo non è una sorpresa, è infatti il nome originario di Paypal fondata da Musk e che ha lo ha fatto diventare milionario. La notizia arriva alla vigilia della settimana più importante della reporting season statunitense: oltre 160 corporate pubblicheranno i conti trimestrali, con i big tech che iniziano domani, e gli operatori che si aspettano buone notizie. Nel frattempo il film Barbie (marchio di proprietà della Mattel e prodotto dalla Warner Bros) ha superato le attese, incassando $155 milioni, e toccando la prima posizione per guadagni nel primo fine settimana di programmazione in Usa. Il più ricco per un film con la regia affidata ad una donna. E quello appena trascorso è stato anche il quarto migliore di tutti i tempi negli Usa. Il rally è arrivato anche al cinema.