Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Meglio arrossire prima, che impallidire dopo” (Riccardo Illy)
La luce in fondo al tunnel è sempre più forte. I dati macro diffusi ieri in Usa hanno rafforzato le condizioni per la fine della stagione dei tassi di interesse al rialzo. Se le probabilità che tra 7 giorni la Fed aumenti di 25 punti base il tasso di riferimento, sono del 90%, allo stesso modo nella riunione del 20 settembre vi sono altissime probabilità che Jerome Powell lasci il costo del denaro invariato e così sino a fine anno. Poi già in occasione prima riunione del mese di gennaio 2024, i trader si aspettano una riduzione di 25 punti. Per vedere nuovamente il costo del denaro sotto il 5% dovremo aspettare invece il maggio del prossimo anno. Ma nel frattempo quale direzione avranno preso i mercati? Secondo un’analisi di Columbia Threadneedle Investments l’impatto economico dei rialzi dei tassi di interesse ha cominciato ad essere percepito nel primo trimestre del 2023 negli Stati Uniti, e rispettivamente nel terzo trimestre del 2022 e nel secondo trimestre del 2023 nel Regno Unito e nell’eurozona. Inoltre, il massimo impatto dei rialzi implementati non si manifesterà prima del quarto trimestre del 2023/primo trimestre del 2024. In questa prospettiva gli esperti suggeriscono maggiori allocazioni alla duration dei titoli di Stato, e allocazioni azionarie lievemente ridotte.
Capitali in cerca d’autore
Sono giornate cruciali per il mercato dei capitali italiano. In Senato è in corso l’esame del DL Capitali, che, secondo gli intendimenti dei relatori parlamentari, dovrebbe essere approvato nel più breve tempo possibile. L’orizzonte è al rientro dalla pausa estiva anche perché prima il Parlamento è “ingolfato” con l’esame della Delega Fiscale. E’ importante ricordare che il DL Capitali non è un provvedimento di spesa ma contiene solo norme volte a semplificare ovvero rendere più competitivo il sistema finanziario italiano a cominciare dalla Governance ed in particolare la possibilità di potenziare le azioni a voto plurimo (che lo ricordiamo sono generalmente create prima dell’IPO). Uno strumento che esiste dal 2014, introdotto dal legislatore al fine di drenare l’esodo di società verso l’Olanda (ricordiamo tra le altre Exor, Stellantis, Mediaset e Campari) ma che sinora ha avuto scarso successo se pensiamo che è stato utilizzato, dalla sua introduzione, solo da 6 società quotande su 60. Sarà invece necessario aspettare almeno sino alla Legge Finanziaria o il collegato fiscale, per vedere concretizzarsi le proposte relative agli incentivi fiscali a favore gli investitori in equity i cosiddetti “nuovi PIR” o potenziamento di quelli esistenti.
Piccolo è sottovalutato
Si è tenuta ieri sera la presentazione del Report “Euronext Growth Milan Companies and Investors Analysis 2023” a cura dell’ufficio studi di Integrae SIM. Documento che fornisce un’analisi completa e approfondita dei dati finanziari storici e prospettici di tutte le società quotate sul mercato EGM con l’obiettivo di consentire una valutazione approfondita delle dinamiche di mercato. Tra i punti messi in evidenza dal report il fatto che gli analisti siano ottimisti sui titoli quotati su EGM con un potenziale di rialzo medio che va dal +40% (Food, Fashion, Luxury) al +100% dei Services. Il listino delle PMI ad alto potenziale di crescita attrae inoltre sempre più investitori istituzionali saliti sino a 180 nel 2022, mentre il settore di attività che genera più “appetito” è quello della tecnologia, seguito dall’industria, mostrando come l’EGM sia il listino più il linea con i trend di investimento globale e quindi più attraente in prospettiva futura. Infine risulta che il primo operatore istituzionale sul listino sia un Fondo Pensione estero a dimostrazione della fiducia nella crescita nel lungo periodo dei profitti delle società EGM.
Per avere accesso al report completo scrivere a dmm@integraesim.it