Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria. […] Lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese” (Giorgio Ambrosoli)
La fase di rialzo dei tassi è vicina agli obiettivi, per questo dopo settembre nuovi aumenti del costo del denaro sarebbero sorprendenti, ed entro fine anno l’inflazione sarà ben sotto il 3%. Parole pronunciate dai banchieri di importanti Paesi europei, rispettivamente Francia, Portogallo e Grecia, che hanno risvegliato il Toro, che, nelle prime sedute del secondo semestre, sembrava addormentato. Anche secondo Pascal Donohoe Presidente dell’Eurogruppo, ovvero l’insieme dei ministri delle finanze europei, resta ancora da fare per contenere l’inflazione ma non andremo in recessione. Alla fine del 2023 la crescita economica sarà inferiore alle attese ma il livello di occupazione abbastanza elevato per stimolare l’attività economica. Tecnicamente però l’area euro è già in recessione, soprattutto per la parte di economia legata alla manifattura. Il punto è il livello, e questo dipende da quando le banche centrali vorranno ridurre la liquidità, che non dipende solo dai tassi di interesse. Una recessione controllata è quindi lo scenario più probabile con soddisfazione degli investitori che attribuiscono alte chance a questo scenario. In questa prospettiva molta attenzione ai dati macro in uscita oggi: alle 8:00 l’indice dei prezzi al consumo in Germania a giugno, alle 10:00 la produzione industriale in Italia a maggio e alle 11:00 il sentimento di fiducia delle imprese dell’area euro a luglio.
IPO è bello
Questa mattina Green Oleo, debutta sul listino Euronext Growth Milan. La dodicesima ammissione sul listino dedicato alle Pmi ad alto potenziale di crescita da inizio anno, la quinta accompagnata in Borsa da Integrae SIM. La società, tra i principali produttori europei di oleochimica fine da fonti rinnovabili, ha raccolto complessivamente €5,5 milioni al prezzo di €1,15 per azione. Un segnale di vitalità del listino milanese che, secondo una ricerca di EY, nel corso del primo semestre 2023 si è mosso in controtendenza rispetto al mercato globale, evidenziando una crescita sia del numero di quotazioni (+25%) che della raccolta realizzata (+12%). Delle 15 operazioni realizzate durante il primo semestre 2023, le 4 quotazioni al mercato principale rappresentano oltre il 90% della raccolta del periodo e hanno permesso a Euronext Milan di diventare il decimo mercato in termini di raccolta di capitali nel semestre. Sempre secondo EY invece nel corso del primo semestre 2023 si sono realizzate sul mercato mondiale 615 offerte pubbliche iniziali (IPO), con una raccolta pari a $60,9 miliardi. L’attività è calata del 5% e del 36% per quanto riguarda, rispettivamente, il numero di operazioni e i capitali raccolti anno su anno.
Elicopter money cinese
Se in Europa le autorità monetarie stringono i cordoni della borsa, in Cina accade l’opposto ovvero il problema è come sostenere la crescita che dopo la fine della pandemia, fatica a manifestarsi. Il Governo ha un target per il 2023 del +5/5,5%, che a momento non sembra raggiungibile. Per questo Pechino sta lavorando per predisporre diverse manovre di supporto che riguardano i consumi, come ad esempio la distribuzione di buoni sconto o addirittura contante, e il mercato immobiliare. Una manovra simile all’elicopter money della Bce nella fase pre pandemia. Ipotesi suggestiva ma che il mercato non sembra apprezzare considerato che da inizio anno sia la Borsa cinese che quella di Hong Kong sono tra le peggiori del mondo. Essere contrarian sull’equity del grande paese potrebbe però portare i suoi frutti, dato che anche un minimo incentivo governativo potrebbe attrarre grandi flussi di capitale. È questa la posizione di Ben Bennett, Head of Investment Strategy and Research di Legal & General Investment Management sul forte rallentamento cinese e su cosa significa per gli investitori. Staremo a vedere, ma per chi cerca rendimento in una fase in cui le Borse occidentali sono ai massimi la Cina può rappresentare un’opzione.