Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Avere buoni vicini di casa è come avere una casa più grande“ (Proverbio cinese)
Il rally continua. Le Borse mondiali non arrestano la propria corsa con l’indice MSCI World salito ieri dello 0,8% sui massimi da 1 anno, pari a un rialzo del 25% dai minimi di ottobre 2022, entrando di fatto in un mercato toro. Potremmo quindi essere solo all’inizio di un ciclo espansivo dei mercati finanziari, anche considerato che il bear market alle spalle, è durato oltre 260 giorni. Non dimentichiamo infine che l’S&P 500 e il Nasdaq hanno appena registrato le chiusure più alte degli ultimi 14 mesi, mentre la Borsa di Tokyo ha chiuso ai massimi da oltre 33 anni. Un contesto positivo anche per Piazza Affari, che da inizio anno sale di oltre il 17%, migliore Borsa d’Europa e quinta a mondo per performance. L’indice FTSE Mib è inoltre tornato sui massimi da un anno, spinto non più solo dai titoli del settore finanziario ma grazie a un mix di azioni che comprende energia, Tlc, ed utilities. Ulteriore slancio potrebbe arrivare oggi dalle parole di Christine Lagarde, in occasione della conferenza stampa successiva all’annuncio della politica in materia di tassi di interesse. Scontato un aumento di 25 punti base, mentre si abbassano le probabilità di ulteriori incrementi. Nel frattempo la Fed ha preso tempo dopo 10 rialzi consecutivi che hanno portato il costo del denaro al 5-5,25%. Con la prospettiva di vedere almeno un taglio entro fine anno, come fa pensare il forte raffreddamento dell’inflazione industriale: ieri l’indice IPP a maggio è calato dello 0,3% su base mensile rispetto al -0,1% atteso e al +0,2% di aprile
Alla Cina piace l’estero
Nella prima metà del 2023 si è registrato un interesse record tra gli investitori cinesi che vogliono investire all’estero. Secondo Bloomberg Intelligence Unit, gli investitori cinesi, hanno due strumenti per investire il proprio capitale all’estero. Il primo schema è stato lanciato nel 2006, sono i Qualified Domestic Institutional Investor funds. I QDII sono dei prodotti che permettono ai gestori del risparmio internazionali di raccogliere fondi in Cina da investire successivamente all’estero. Il China’s State Administration of Foreign Exchange (SAFE), un organo governativo, stabilisce una quota massima degli asset che ogni gestore può raccogliere. Al 31 maggio 2023 il totale per tutti i veicoli QDII risultava pari a $162,73 miliardi. Il governo cinese pone delle condizioni sull’allocazione dei fondi, che si concentrano sui fondi monetari e l’obbligazionario, anche se dal 2007 è possibile avere fino al 50% degli asset nell’azionario. Nel 2022 il flusso netto di capitale dalla Cina verso il resto del mondo, legato all’acquisto di prodotti d’investimento, era stato di $173 miliardi di cui 125,5 miliardi nel settore del reddito fisso. Un movimento che riflette la politica monetaria ed economia, del presidente Xi Jinping che sta cercando di riportare sulla traiettoria di crescita pre-Covid la seconda economia del mondo. Un contesto positivo anche per il mercato dei capitali italiano ed in particolare la Borsa di Milano che offre i maggiori spazi di upside considerato che tratta ancora il 40% sotto ai massimi storici.
Il calcio si impenna
Da novembre ad oggi il titolo del Manchester United ha guadagnato il 79%. L’entusiasmo degli investitori è legato all’appeal speculativo legato alla vendita della società sportiva allo sceicco del Qatar. L’accordo tra le parti sarebbe molto vicino e pari a una cifra di $6,3 miliardi. In caso di conferma si tratterebbe della plusvalenza mai registrata prima nel mondo del calcio per la vendita di un club. Nel lontano 2005 il Manchester United fu infatti comprato dagli attuali proprietari per una circa pari a $300 milioni. In Italia a correre è invece la Juventus che nell’ultimo mese ha guadagnato oltre il 26%, avvicinando ai massimi da un anno posti a €0,4. Valori comunque ancora lontani da massimi storici toccati nel settembre del 2018 a un prezzo di €1,33, corrispondenti a una capitalizzazione superiori a €1,3 miliardi, rispetto a poco meno di 500 milioni attuali. Un movimento non legato ai risultati sportivi, considerato che la società ha vissuto una stagione deludente con la penalizzazione di punti in campionato e l’esclusione dalla Champions League. Il mercato sta quindi scontando gli effetti di un turnaround sul piano delle politiche di bilancio sotto la guida della nuova dirigenza e nello stesso tempo l’accendersi di un appeal speculativo legato a voci di un delisting del titolo. Non dimentichiamo infatti che la famiglia Agnelli, azionista principale della Juventus attraverso la Exor, sta portando avanti da tempo una riorganizzazione delle società del gruppo anche fuori dal mercato dei capitali.