Il punto sul mercato di Integrae SIM
“I Cinesi, avendo fatto a meno di noi per 5000 anni, pensano di poter continuare a farne a meno” (Henry Kissinger)
Il picco è vicino? Francois Villeroy de Galhau, governatore della banca centrale francese e membro Bce è probabile che i rialzi dei tassi d’interesse della Banca Centrale Europea raggiungano il loro picco entro la fine dell’estate, ma la questione più importante ora è quanto a lungo i tassi rimarranno elevati rispetto al livello esatto. Attualmente il tasso è pari al 3,75%, il più alto dalla crisi finanziaria del 2008, e di poco inferiore a quello statunitense pari al 5,25%. Una distanza che difficilmente sarà completamente colmata nei prossimi mesi, considerate le differenze strutturali tra le due economie e le diverse cause dell’inflazione: lato offerta in Europa e lato domanda in Usa. In comune le due sponde dell’oceano hanno però l’andamento del mercato azionario in entrambe i casi in ottima salute. L’aspettativa degli operatori è che il picco del costo del denaro in Usa sia stato raggiunto mentre in Europa ci si arriverà entro l’estate. Le parole di Villeroy non fanno quindi che rafforzare il trend rialzista in corso che, anche ieri, ha visto Wall Street chiudere in rialzo e l’Europa intorno alla parità. Unica eccezione Milano sui cui però ha influito lo stacco dei dividendi per circa l’1,3% dell’indice, che ridimensiona quindi il -0,75% finale. Oggi saranno diffusi importanti dati macro: in Germania l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero in a maggio, in Usa i permessi di costruzione rilasciati e le vendite di nuove abitazioni ad aprile.
Sorpresa! Il debito cala ed è più green
Secondo il Sovereign Borrowing Outlook 2023 dell’Ocse nell’anno precedente il fabbisogno di prestiti nei paesi aderenti è sceso di oltre il 20% dal picco, mentre il debito in essere è calato dall’88% all’83% del Pil. L’impatto della pandemia sull’indebitamento pubblico dei paesi Ocse non è però ancora stato smaltito: nel 2022 il fabbisogno di prestiti è stato del 43% superiore rispetto alla media 2011-19. Il debito totale in essere rispetto al Pil, inoltre, è di dieci punti percentuali superiore rispetto alla media del decennio precedente al Covid. Circa la metà del debito negoziabile dei paesi Ocse, intorno ai $23 trilioni di dollari, scadrà nei prossimi tre anni e l’aumento dei tassi di interesse imporrà costi nettamente superiori. Il rapporto dell’Ocse fornisce infine una panoramica aggiornata del contributo degli emittenti sovrani al sostegno degli investimenti green. Lo stock di bond sovrani in chiave ESG ha superato la soglia di $325 miliardi. Di questi, il 75% è dedicato a progetti climatici e ambientali. Malgrado il valore totale dei bond sostenibili emessi nel 2022 sia calato del 18% rispetto all’anno precedente, il numero di Paesi che hanno emesso strumenti simili è aumentato di dieci unità.
La guerra dei chip
La geopolitica passa dall’industria dei semiconduttori. La Cyberspace Administration of China (CAC) ha fatto sapere nel week-end che i prodotti di Micron non hanno superato l’esame sulla sicurezza della rete, bloccando così l’uso dei chip della società americana da parte delle società cinesi che operano settori considerati strategici a livello nazionale. Micron perde così l’accesso a settori come le telecomunicazioni, la finanza e i trasporti, visto che la definizione cinese di “infrastruttura critica” è molto ampia. Secondo Bernstein, nel 2022 Micron ha generato circa l’11% delle sue vendite dalla Cina. Includendo Hong Kong, Micron ha generato circa il 16% del fatturato totale. Il titolo nella giornata di ieri ha lasciato sul terreno il 3%, una perdita “modesta” anche considerato che la scorsa settimana Micron aveva reso noto che avrebbe iniziato a produrre chip di memoria di nuova generazione in Giappone, ricevendo circa $1,5 miliardi in incentivi finanziari dal governo nipponico. La guerra fredda tra Usa e Cina sta quindi favorendo il Giappone, dove è in corso il summit del G7 e la cui Borsa è sui massimi da 33 anni. Prima la guerra commerciale di Trump contro la Cina, poi lo scoppio della pandemia, il conflitto Ucraina-Russia e all’orizzonte quello per il controllo di Taiwan, sono eventi che nel giro di pochi anni hanno avviato un profondo cambiamento nel commercio mondiale le cui regole e confini si erano consolidati dalla fine degli anni ’90. Un contesto dove l’Italia, leader tra i Paesi industrializzati pre-globalizzazione, potrebbe giocare un ruolo da protagonista con grandi benefici per la sua economia fatta di Pmi anche quotate in Borsa ed in particolare sul listino Euronext Growth Milan.