Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Il problema oggi non è l’energia nucleare, ma il cuore dell’uomo” (Albert Einstein)
I fenomeni estremi non sono solo un fatto climatico, ma anche finanziario. Lo testimoniano le recenti dichiarazioni di JP Morgan, secondo la quale con la fissazione a Mosca di un price cap sul prezzo del petrolio, l’oro nero potrebbe arrivare a $380 al barile. Uno scenario estremo, dove tutto va male e quindi di scelte radicali, ma al momento non si tratta di uno scenario prevalente. Più probabile che nella seconda parte dell’anno i prezzi del gas e del petrolio tornino nei range medi storici e sia così possibile tornare ad una prospettiva di crescita. Nel frattempo nell’industria dell’energia continuano le fibrillazioni: a Berlino si parla apertamente di una nuova Lehman per la società energetiche. Nel caso specifico Uniper, utility tedesca, è entrata in crisi dopo il taglio delle forniture di gas dalla Russia e si è reso necessario un intervento da €9,4 miliardi da parte del Governo tedesco. Gli investitori sono quindi alla ricerca di porti sicuri ovvero al riparto dai fenomeni estremi.
Il gioco delle aspettative
Il mercato ha iniziato a scontare un taglio dei tassi nel 2023. La scorsa settimana si è chiusa con il Nasdaq in rialzo di oltre il 3%, mentre Piazza Affari di quasi il 2%. Sembra pazzesco, se consideriamo che la FED alzerà, con molta probabilità, il costo del denaro almeno altre 3 volte entro 2022. Ma le Borse si muovono sulle aspettative, non sulle notizie. In Europa la strada potrebbe essere percorsa addirittura in anticipo considerato che esiste un rischio recessione ancora più marcato. Il vecchio continente ha disperatamente bisogno di un accordo geopolitico, e potrebbe forzare gli Stati Uniti ad alleggerire la pressione sulla Russia. Questo scenario crea interessanti opportunità. Pensiamo ai titoli obbligazionari corporate europei, oggetto di sell off nelle ultime settimane, cosa che ha fatto schizzare in alto i rendimenti ma che, nella prospettiva di una stabilizzazione della situazione geopolitica, potrebbero tornare sotto i riflettori.
La recessione c’è ma non si vede
Nel mercato del lavoro la recessione non c’è. Almeno in Usa. Il dato sulle buste paga nel settore non agricolo a giugno diffuso venerdì scorso è stato decisamente sopra le attese ovvero 372mila posti di lavoro contro l’attesa di 268mila e la rilevazione precedente di 384mila. Più stabile il valore relativo alla disoccupazione, a giugno, ferma al 3,6% come da attese. Le Borse speravano in una frenata dell’occupazione Usa per alimentare la probabilità di un taglio dei tassi nel 2023 e continuare a correre. La FED manterrà invece il pilota automatico per la sua politica di restringimento monetario, riportando nei suoi forzieri la liquidità distribuita sul mercato negli ultimi 12 anni. Possibile quindi che il prossimo aumento tassi sia addirittura di 75 punti base (le attese sono per il momento ferme a +50), con una brusca frenata a +25 nel mese di settembre.
Green is, still, good
La sostenibilità non è un tema del momento ma va approcciata in un’ottica di medio-lungo termine. Anche in questo comparto c’è stata una forte correzione e quindi si sono create delle occasioni di investimento. Rispetto anche solo a 12 mesi fa, le società leader nei cambiamenti climatici, sociali e della governance sono molto più convenienti in termini valutativi nonostante il loro potenziale sia inalterato. Nel breve hanno pesato sicuramente gli scandali sul green washing (Goldman e la tedesca DWF) ma nel medio-lungo termine green is good. In questa prospettiva se guardiamo al listino Euronext Growth Milan abbiamo un’ampia offerta, diversificata e di qualità. Nel 2022 si sono quotate due società nel comparto: Altea Green Power, e Redelfi, accompagnate in Borsa da Integrae SIM. Nonostante la volatilità, entrambe trattano sopra il prezzo di collocamento. Sarà un caso?
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Algowatt Altea Green Power Comal S.p.A.
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