Il punto sul mercato di Integrae SIM
“La riconoscenza è solo speranza di piaceri futuri” (Giulio Andreotti)
Come da attese, la BCE ha aumentato i tassi di interesse di 25 punti base, in linea con la decisione della Fed di ieri sera. Si è trattato del settimo rialzo consecutivo sulla scia di un’inflazione ancora alta nell’Eurozona: ad aprile il costo della vita è risalito per la prima volta in sei mesi al 7%, anche se la componente core è scesa al 5,6% per la prima volta da giugno 2022. La BCE ha tenuto conto del fatto che le banche dell’Eurozona hanno ridotto in modo significativo l’accesso al credito e che ci sarà un possibile impatto sull’economia. Ma considerato che il FMI stima che l’inflazione non raggiungerà il target del 2% fino al 2025, Christine Lagarde dovrà probabilmente intraprendere una delicata azione di bilanciamento, alla luce di un’inflazione persistente e della pressione sull’economia. L’agenzia Reuters ha svelato qualche retroscena: tutti i componenti della Banca centrale europea hanno deciso di rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi, esprimendosi tuttavia a favore di ulteriori rialzi futuri. Alcuni banchieri avevano inizialmente spinto per un aumento di 50 punti base, ma si sono poi accordati alla maggioranza in cambio dell’impegno a comunicare che sono necessari ulteriori rialzi nei prossimi mesi e a condizione di interrompere tutti gli acquisti nell’ambito dell’Asset Purchase Programme (App) della Bce. A questo punto è possibile che ci saranno almeno due, se non tre, ulteriori rialzi entro fine anno. Ieri la Fed ha invece fatto capire che quello di maggio sarà l’ultimo inasprimento della politica monetaria sino a fine anno.
Il potere logora
L’atteggiamento falco della Bce rispetto alle parole da colomba di Jerome Powel non hanno fatto altro che consolidare il nervosismo dei mercati che nel mese di maggio di muovono in territorio negativo. Nel corso delle ultime 5 sedute di Borsa è salito praticamente solo il Vix, ovvero l’indice della volatilità sull’S&P 500: +18%. Alle sue spalle, ma di poco sopra la parità, la Borsa cinese e quella indiana, che beneficiano di un ciclo dell’economia ancora espansivo sebbene per ragioni diverse. In Italia tiene banco la politica, con il Governo che non attraverso un momento particolarmente favorevole sia dal lato interno che estero. Gli ultimi sondaggi danno le opposizioni in recupero mentre il distacco tra il partito della Premier Giorgia Meloni e la prima forza di opposizione si è ridotto e meno di 8 punti. Non ne risente il mercato dei Titoli di Stato con i rendimenti solo in leggera crescita e lo spread in calo e sempre sotto la soglia di allarme dei 200 punti. A livello macro continua il crollo del prezzo del gas sulla Borsa di Amsterdam: siamo tornati ai livelli del luglio 2021 e del petrolio, sceso sotto i $70, sui minimi da un anno. Mente in termini di newsflow molta attenzione oggi alle 14:30 quando saranno diffusi i dati sul mercato del lavoro Usa: buste paga nel settore non agricolo e tasso di disoccupazione.
Il risparmio è salvo
Banche e compagnie di assicurazione italiane, chiamate dalle autorità di regolamentazione del settore assicurativo in soccorso di Eurovita, contribuiranno “utilizzando il loro bilancio”. Lo ha dichiarato Matteo Del Fante, AD di Poste, rispondendo a una domanda durante una conference call con gli analisti dopo i risultati di bilancio. Il costo di un salvataggio di Eurovita è stimato in circa €400 milioni, sulla base della sua quota del 20% del mercato delle polizze. Secondo il manager tutte le principali compagnie e le banche che distribuiscono prodotti di Eurovita, di proprietà di Cinven, stanno lavorando a una possibile soluzione. Una notizia che potrebbe rappresentare una svolta per sistemate quella che potremmo definire la Credit Suisse italiana, ovvero una società finanziaria andata in crisi per il disallineamento tra durata dei depositi e quello del portafoglio investimenti. Naturalmente declinata in ambito assicurativo. Le banche si erano dette subito disponibili al salvataggio di Eurovita, mentre le assicurazioni temporeggiavano. Ora la situazione è cambiata con grande sospiro di sollievo delle migliaia di investitori che al momento non hanno la possibilità di rientrare in possesso dei propri risparmi (congelati). Evento che ha causato anche una consistente fuoriuscita di denaro dall’industria del risparmio gestito: -€6 miliardi nel mese di marzo. Ma in questo contesto non hanno sofferto i fondi comuni azionari con una raccolta positiva di €588 milioni a dimostrazione della fiducia dei risparmiatori nell’economia reale e nella capacità della Borsa di creare valore. Non a caso nel mese di maggio ci sono state già 2 IPO, compresa la più grande operazione da inizio anno in Europa ovvero Lottomatica.