Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Il tempo è ciò che più desideriamo, ma che, ahimè, peggio usiamo” (William Penn)
Il mese di aprile inizia bene per i mercati finanziari. L’indice FTSE Mib ha chiuso in rialzo dello 0,24%, quarta seduta consecutiva al rialzo, poco sotto la parità Dax e Ibex. Bene gli indici asiatici con lo SZSE Composite balzato dell’1,4%. Sale però anche il Vix sull’S&P 500, +2,7%, ma sempre vicino ai minimi di periodo. Un movimento guidato dai titoli del comparto energetico che hanno beneficiato dell’annuncio dell’Opec+ che ha inaspettatamente ridotto la produzione di greggio spingendo i future sul petrolio al rialzo di oltre il 7%. In ripresa pure il prezzo del gas sulla Borsa di Amsterdam, +5%, tornato sopra i 50 punti. Notizie che se da un lato non hanno depresso i listini, dall’altro potrebbero influenzare le prossime decisioni di politica monetaria. La forte crescita dei prezzi energetici è stata infatti il principale elemento della crescita dell’inflazione nell’ultimo anno, ma nonostante l’aumento di ieri (superata la soglia di $80) il petrolio viene ancora scambiato ben al di sotto dei livelli di un anno fa. Il Brent è infatti sceso di un quinto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e l’aumento registrato ieri lo porta in linea con i livelli di fine febbraio. Resta quindi ancora elevata l’incertezza sulle decisioni che assumeranno Fed e Bce in occasione delle prossime riunioni. Ma dopo il balzo del petrolio la probabilità che la banca centrale statunitense alzi i tassi di 25 punti base hanno superato abbondantemente il 50%.
Per il value il 2022 è stato un anno storico
Questa l’indicazione che emerge dalla lettura dei risultati di TIP, ovvero Tamburi Investment Partners, gruppo industriale che diversifica in società quotate (tra queste ricordiamo Amplifon, Moncler, Prysmian, Interpump), e non quotate, del Made in Italy e Mid Cap europee. La public company ha chiuso il 2022 in utile per €139 milioni e le partecipazioni, in buona parte in società value, hanno realizzato bilanci record: redditività straordinaria, resilienza rispetto all’aumento dell’inflazione e riduzione dell’indebitamento e generazione di cassa. Complessivamente si tratta di 31 società che spaziano tra diversi settori: industria, lusso, digitale, retail, turismo e alimentare di alta gamma. Una piccola ma significativa rappresentazione dell’industria italiana di eccellenza. Ma cosa aspettarsi per il 2023 ovvero come potrebbe impattare l’atteso rallentamento economico sui margini societari delle società value? I manager di TIP, pensano che non sarà così. La capacità di trasferire sui prezzi l’aumento dei costi probabilmente non continuerà con lo stesso ritmo del 2022, ma ci si concentrerà sull’aumento dei volumi e la riduzione dei costi. Alpitour, Eataly e OVS sono, all’interno del portafoglio di TIP, quelle che hanno sofferto maggiormente ma nel corso del 2023 tutte dovrebbero tornare alla redditività. Su un totale di €3 miliardi di asset la società ha oltre €1 miliardo da investire e si appresta a proseguire nel ruolo di consolidatore nei settori di riferimento. Un segnale positivo per il listino Euronext Growth Milan che ospita molte società di valore e che potrebbero essere interessate da operazioni di carattere straordinario da parte di investitori pazienti come TIP.
Dal PNRR una spinta alla crescita
L’ufficio studi di Prometeia prevede uno orizzonte di crescita migliore di quello ipotizzato a metà dicembre per l’economia italiana, le cui prospettive restano però molto legate ad alcune condizioni, in particolare al rispetto degli impegni fissati dal Pnrr. La stima dell’istituto di ricerca economica è di un incremento di 0,7% del PIL nel corso del 2023, pari a un aumento di 30 punti base rispetto al +0,4% calcolato lo scorso dicembre, seguito da una lieve frenata a +0,6% nel 2024. Tre le condizioni necessarie per il concretizzarsi del quadro delineato dal rapporto. In primo luogo un prezzo dell’energia sui livelli attuali che permetta un rientro dell’inflazione, che riduca la pressione sul potere d’acquisto impedendo la discesa dei consumi. La seconda condizione è il rispetto degli impegni presi con l’Europa per il Pnrr, nonostante le molte difficoltà di attuazione che stanno emergendo mese dopo mese. Il pacchetto di aiuti dell’Unione, sempre secondo Prometeia, attiverà quest’anno e il prossimo investimenti pubblici e privati per circa €40 miliardi. Ultimo requisito per il realizzarsi del quadro congiunturale positivo è che i risparmi accumulati da famiglie e imprese, specialmente durante la pandemia, rappresentino effettivamente un ‘cuscinetto’ per superare la stagione dell’inflazione a due cifre.