Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Due cose sono certe: le tasse e la morte” (Benjamin Franklin)
Torna la calma sui mercati. Se il trend delle ultime sedute dovesse essere confermato il mese di marzo potrebbe chiudersi, inaspettatamente, in territorio positivo. E ancora una volta a trascinare al rialzo i listini saranno i titoli bancari. La crisi finanziaria iniziata con il fallimento di SVB, proseguita con il salvataggio di Credit Suisse, e lo scivolone di Deutsche Bank, si è velocemente ricomposta soprattutto grazie all’intervento delle banche centrali e dei governi, che sono riusciti a convincere i mercati che non siamo alla vigila di una stagione di fallimenti bancari come avvenuto nel 2008. La tranquillità viene misurata dalla volatilità ovvero il Vix sull’indice S&P 500, che nelle ultime 5 sedute ha perso oltre il 13% tornando sui minimi da 1 anno. Vicino anche il salvataggio di Eurovita, ovvero la compagnia assicurativa italiana entrata in crisi, ancora prima della californiana SVB, ma per le stesse ragioni, ovvero il disallineamento temporale tra raccolta e impieghi di capitale. Sul piatto ci sarebbero €300 milioni da utilizzare nell’ambito di una amministrazione straordinaria sostenuta da un consorzio di banche e assicurazioni sotto il controllo delle rispettive autorità di vigilanza. La calma potrebbe però essere velocemente rimessa in discussione soprattutto dai dati macro. Per questo attenzione al dato sull’inflazione in Germania a marzo visto in forte calo sulla rilevazione prevedente: +7,3% rispetto a +8,7% che sarà diffuso alle 14:00 di oggi.
Focus obbligazioni
Se il mercato azionario mostra segni di nervosismo l’obbligazionario sembra avere le idee più chiare. Ovvero il picco dei tassi è stato raggiunto o quantomeno i rialzi sono molto limitati, e nel prossimo futuro assisteremo a un’inversione di tendenza. Quali potrebbero essere quindi le obbligazioni più accattivanti in un momento in cui i rendimenti hanno smesso di salire? Per Pictet, vanno privilegiati i titoli Usa sia governativi che corporate, di tipo investment grade ovviamente e a breve scadenza, emessi preferibilmente da società difensive come le utilities. Interessanti anche le obbligazioni indicizzate all’inflazione i cui rendimenti reali sono positivi. Da evitare invece le obbligazioni ad alto rendimento per il contrasto tra prezzi di mercato e fondamentali, ovvero i tassi di insolvenza che sono ai minimi di periodo ovvero sotto il 3% e con la recessione all’orizzonte difficilmente potranno rimanere stabili. Meno interessante l’obbligazionario europeo su cui pesa sempre l’eccessiva esposizione alla crisi geopolitica e il ciclo dei tassi/inflazione ritardato rispetto a quello statunitense.
A volte ritornano
Sergio Ermotti è stato nominato Ceo di Ubs per guidare l’integrazione con Credit Suisse. Il manager era già stato alla guida dell’istituto dal 2011 al 2020 con risultati giudicati brillanti sia nel campo dell’investment banking che del wealth management. Il mercato ha accolto positivamente questa scelta con un rialzo superiore al 3%. Apprezzamenti anche dagli azionisti “rilevanti”, tra i quali Davide Serra fondatore di Algebris che ha dichiarato come con Ermotti, il processo di integrazione con Credit Suisse ha una probabilità di successo pari all’81%. Il colpo di scena è avvenuto come conseguenza del passo indietro dell’amministratore delegato Ralph Hamers, su “spinta” del Cda. Il focus del nuovo manager sarà ovviamente sugli interessi dei clienti e degli azionisti. Ma al netto delle dichiarazioni di intenti, il mercato ha particolarmente apprezzato il fatto che il sistema finanziario svizzero, ha dimostrato velocità, decisione e capacità di cambiamento, di fronte alla crisi finanziaria. Un messaggio di forza che sta pervadendo tutto il comparto bancario europeo.