Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Siamo sempre più connessi, più informati, più stimolati ma essenzialmente più soli” (Tonino Cantelmi)
Calma apparente o rialzo duraturo? La turbolenza iniziata con la crisi bancaria esplosa in California e che si è estesa in Svizzera desta ancora preoccupazioni nonostante il primo trimestre del 2023 si appresta a chiudere positivamente per quasi tutti i mercati. Siamo in una fase in cui il mercato cerca di capire se siamo alla fine o all’inizio di un nuovo ciclo. Il comparto azionario, dopo una fiammata iniziale, sembra impostato alla neutralità/lateralità condizionato dalla volatilità del comparto bancario. Ma in questa fase di volatilità a guidare le scelte degli investitori non può che essere il comportamento dei mercati soprattutto guardando al recente passato. Pensiamo ad esempio che nel corso degli ultimi 3 anni all’interno dell’S&P 500 ci sono stati 4 rally, e tra questi 3 sono stati guidati dai settori difensivi, mentre l’ultimo, quello di gennaio 2023, è stato condotto da settori più ciclici/growth. Questo fattore fa pensare che si possa essere di fronte all’inizio di un nuovo ciclo. Il Nasdaq infatti ha una delle performance migliori tra tutti gli indici mondiali. In questa prospettiva l’Europa sembra svantaggiata per il peso dominante dei bancari rispetto agli Usa dove la ciclicità conta molto sugli indici. In questa prospettiva importante capire quindi come si muoverà l’economia nei prossimi mesi per questo attenzione oggi alle 16:00 il dato Usa sui contratti pendenti di vendita di Abitazioni nel mese di febbraio, attesi in calo rispetto al mese precedente.
Corsi e ricorsi storici
La curva dei rendimenti dei titoli di stato Usa si avvia a chiudere il mese di marzo con il più marcato “irripidimento” dal 2008. Un movimento che storicamente indica la prossimità di una recessione. L’informazione che manca è il timing e la durata. Quanto inoltre della recessione sia giù stato scontato dalle Borse, non è dato saperlo. Osservando però il comportamento dei mercati negli anni 70, i più simili ai tempi attuali, qualche spunto emerge. La correzione in termini assoluti dal massimo al minimo, è stata in media del 25%, con un paio di grosse eccezioni ovvero la bolla del tech nel 2000 e crisi finanziaria nel 2008 che hanno registrato correzioni del 50/60%. La durata della correzione è stata inoltre in media tra 12 e 14 mesi. Una grossa fetta della recessione è inoltre storicamente anticipata da una correzione dei mercati iniziata con 7 mesi di anticipo dal suo inizio ufficiale. Declinando questi parametri sulla situazione attuale, e se effettivamente di materializzerà la recessione nel 2023, si tratterà di quella scontata con più anticipo nella storia dal momento che se ne parla dal 2021, e i mercati correggono da circa 12 mesi. In estrema sintesi il peggio potrebbe essere davvero alle spalle anche in caso di effettiva crisi economica.
Metaverso addio?
Dopo Microsoft e Meta Platform, anche Walt Disney dice addio al metaverso. E’ stata infatti “eliminata” la divisione che stava sviluppando il metaverso di gruppo nell’ambito di un più ampio programma di ristrutturazione del gruppo, che riguarderà circa 7mila dipendenti con l’obiettivo di rendere più snella la società. Una seconda e più ampia fase di riduzione più del personale avverrà ad aprile mentre la fase finale è prevista prima dell’inizio dell’estate. La divisone dedicata al metaverso, composta da 60 persone, aveva il compito di raccogliere le storie della libreria Walt Disney, utilizzando le nuove tecnologie. Ma la recessione in arrivo ha spinto il gruppo a tagliare i costi anche sul fronte delle nuove tecnologie. Una scelta che non ha impattato positivamente sul titolo che continua a trattare in prossimità dei minimi da 3 mesi. In generale tutto il tech mostra segni di nervosismo, dopo il rally del Nasdaq di inizio 2023 sostenuto dal flusso di notizie relativo agli interventi sui costi e molto meno sui ricavi.