Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Nel mondo mi sento europeo, in Europa mi sento italiano” (Tommaso Padoa Schioppa)
Come da attese la Fed ha portato i tassi sui massimi da settembre del 2007. Ma i mercati non hanno preso bene soprattutto le parole di Jerome Powell che ha lanciato l’allarme per il credit crunch, ma mantenuto invariate le attese per il 2023 di un terminal rate in mediana al 5,125%, cioè un ulteriore rialzo di 25 punti anche se nella riunione del Fomc è stata discussa l’ipotesi di uno stop al rialzo dei tassi. Ma il mercato valutario sta scommettendo proprio sulla fine della stagione dei falchi: il cambio euro-dollaro è a un passo dalla soglia di 1,1. I margini delle imprese di Wall Street sono inoltre ai massimi dal dopoguerra in un anno in cui l’inflazione ha toccato il picco. Ciò significa che sinora le aziende sono state in grado di aumentare i prezzi senza impattare sui volumi. Lo stato di salute dell’economia è quindi ottimo, non riflettendo l’impatto della politica monetaria. La crisi finanziaria innescata dal fallimento di SVB, potrebbe riequilibrare le cose, aiutando la Fed a fare il suo mestiere e non costringendola a mantenere i tassi troppo in alto e troppo a lungo. A favore di questa ipotesi il fatto che in Usa il picco dell’inflazione dovrebbe essere stato raggiunto nel 2022. La Fed vede ora il costo della vita al 3,6% ne 2023 e al 2,5% nel 2024 con target del 2% confermato nel lungo termine.
Un ritardo da 26 miliardi
E’ iniziato ieri il Consiglio Europeo, l’incontro tra i premier del Paesi dell’Unione Europea, che si concluderà oggi alle 11:00 con l’incontro con Christine Lagarde. Sul tavolo diversi dossier: aiuti all’Ucraina, transizione energetica, aiuti di stato. Il Governo italiano cercherà invece di trovare alleanze all’interno della Commissione Europea per fare passare delle modifiche all’attuazione del Pnrr dal momento che il nostro Paese che non sta rispettando il cronoprogramma e ritardando il pagamento da parte dell’Europa, della terza tranche che vale €26 miliardi. Infine la posizione dell’Italia sul fiscal compact e i migranti. Ma in entrambe i casi sono previsti solo aggiornamenti e non scelte strategiche. La proposta della Commissione europea per le nuove regole di bilancio che dovranno rispettare gli Stati membri resterà per ora, non è in linea con quanto auspicato dal Governo italiano. Per il momento i mercati non vedono un rischio Italia, considerato che il rendimento del Btp a 10 anni è sceso a un passo dalla soglia del 4%, mentre lo spread è stabile intorno ai 180 punti.
Europa a rischio recessione
In Europa l’inflazione non ha ancora raggiunto il picco e come ha spiegato Christine Lagarde in occasione dell’ultima riunione della Bce, i tassi rimarranno elevati a lungo. La decisione delle banche centrali di agire in maniera coordinata per dare liquidità al sistema bancario qualora sia necessario, ha inoltre allontanato il rischio di un contagio della crisi finanziaria esplosa in Usa. In questa prospettiva, la politica monetaria restrittiva sembra destinata a durare favorendo il comparto obbligazionario a svantaggio dell’azionario. Resta però bassa la visibilità sulla tenuta dell’economia, facendo aumentare le ipotesi circa l’inizio di una fase di recessione, cosa peraltro sempre avvenuta nella storia dopo un forte rialzo dei tassi di interesse. Questo, se da un lato deprimerebbe i profitti aziendali, evento non del tutto scontato nei prezzi di Borsa, dall’altro spingerebbe le banche centrali e rivedere le proprie scelte di politica monetaria. Per cui attenzione alle 9:30 al dato sull’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero in Germania a marzo, mentre alle 13:30 in Usa i principali ordinativi di beni durevoli nel mese di febbraio. Alle 14:30 si concluderà la giornata dal punto di vista macroeconomico con un discorso membro del FOMC Bullard, considerato il più “falco” tra i banchieri statunitensi.