Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Se il denaro non può dare la felicità, figuriamoci la miseria” (Woody Allen)
Oggi è il giorno della Fed. Il primo vero banco di prova della politica monetaria di fronte alla crisi finanziaria esplosa in California e che ha contagiato l’Europa con la vicenda Credit Suisse. La probabilità di un aumento dei tassi di interesse di 25 punti base è la più accreditata, ma resta ancora una piccola base di operatori finanziari convinti che Powell questa sera alle 19:00, lascerà invariato il costo del denaro. Tra questi gli analisti di Goldman Sachs che hanno diffuso il report “March FOMC Preview: Pause”, facendo chiaramente capire come a loro parere la Fed si prenderà una pausa nell’aumento dei tassi a causa delle stress del sistema bancario, dato che i mercati non sembrano del tutto convinti che gli sforzi fatti per sostenere le banche medio piccole siano sufficienti. La lotta all’inflazione potrebbe infatti passare in secondo piano in quanto non dovrebbe essere un problema riportare l’inflazione al target del 2% che è un obiettivo di medio termine, che il FOMC prevede di risolvere solo gradualmente nei prossimi due anni. La preoccupazione maggiore in questo momento dovrebbe essere la recessione, che con la perdita di fiducia nel sistema bancario innescato dal fallimento di tre banche statunitensi (se includiamo anche First Republic Bank) nel giro di 2 settimane, potrebbe portare ad un hard landing già nel corso del secondo trimestre del 2023. Goldman afferma di aver alzato le probabilità di recessione a 12 mesi al 35%.
Il tempo dell’austerità è finito
L’austerità non serve a ridurre il debito pubblico. L’unico modo per ridurre il debito è la crescita. Lo ha dichiarato la premier Giorgia Meloni di fronte al parlamento. Motivo: aiutare famiglie e imprese e garantire una crescita stabile e duratura nel rispetto della sostenibilità. La posizione del Governo dovrà però confrontarsi con la commissione europea in vista del rinnovo del patto di stabilità. Una discussione che vede per Meloni un alleato inaspettato ovvero l’Ecofin, l’insieme dei ministri delle finanze dell’area euro, secondo i quali la riduzione del debito deve essere accettabile e graduale. Una posizione che trova supporto anche dai più recenti dati macro europei come ad esempio l’indice Zev sulla fiducia delle imprese tedesche a marzo, sceso a 13 punti, sotto i 25 punti di febbraio e molto peggio delle attese. Un segnale che apre scenari imprevedibili rispetto a poche settimane fa, ovvero la recessione in Europa. Nonostante ciò la Bce ha dimostrato recentemente di volere tirare dritto, ovvero lotta all’inflazione e rialzo dei tassi. Qualche novità potrebbe emergere oggi alle 9:45 quando si terrà un discorso di Christine Lagarde, durante il quale farà capire se e come il costo del denaro resti proiettato al 3,5/4% entro fine settembre prossimo.
L’intelligenza artificiale mette il turbo al tech
Google ha aperto l’accesso a Bard, il suo programma sperimentale di intelligenza artificiale generativa, considerato un importante concorrente di ChatGPT di OpenAI. Il primo concreto segnale di reazione dell’attuale leader nel campo dei motori di ricerca di fronte alla concorrenza dei tools di intelligenza artificiale. L’accesso al sistema Bard è stato avviato a partire da ieri, in base all’ordine di prenotazione, per gli utenti di Stati Uniti e Regno Unito che si iscriveranno a una lista d’attesa, e sarà ampliato nel tempo per includere altri Paesi e lingue. Ricordiamo che Bard si avvale di una versione ottimizzata di Google LaMDA, funziona in modo simile a ChatGPT, in quanto gli utenti possono inserire richieste o domande e ricevere risposte immediate. La differenza sarà però che l’ultima versione di Bard darà agli utenti l’opportunità di scegliere tra diverse bozze di risposta e aprirà la possibilità di apportare modifiche sulla base di domande successive. La decisione ha spinto al rialzo le quotazioni di Alphabet, società che controlla Google, che ha riavvicinando i prezzi massimi da 3 mesi. Ma è tutta l’industria high-tech a correre in Borsa: Meta Platforms e Salesforce, dall’inizio di questo mese, hanno messo a segno un rialzo di oltre il 12%. Molto bene anche Nvidia, salita del 10,5%, mentre Microsoft e Apple hanno messo a segno rispettivamente un rialzo dell’8,9% e del 6%.