Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Prima di lavorare sull’intelligenza artificiale, perché non facciamo qualcosa per la stupidità naturale?” (Tom Chatfield, filosofo)
Il mercato torna a ruggire. Ma quanto durerà? In una sola seduta la volatilità sull’S&P 500 ha lasciato sul terreno oltre il 3%, mentre le Borse europee hanno messo a segno rialzi corali superiori all’1%. Come accade oramai da diverse settimane, Piazza Affari è la migliore Borse dell’Eurozona, facendo anche meglio dell’Eurostoxx 50, tornando sopra la soglia dei 27mila punti e consolidando un guadagno superiore al 15%. Anche Wall Street ha tentato un rimbalzo chiudendo di poco sopra la parità e lasciandosi però alle spalle il maggior calo settimanale di quest’anno a causa dei timori per un’ulteriore stretta delle politiche monetarie. Gli investitori continuano ad essere prudenti di fronte alla prospettiva di una stagflazione ovvero combinato disposto tra inflazione e recessione (almeno nel primo trimestre dell’anno in corso). Scenario abbastanza remoto anche alla luce dei risultati di Berkshire Hathaway, società che fa capo a Warren Buffett, che ha riportato ieri il maggiore utile operativo annuale di sempre, sebbene le perdite in valuta estera e l’aumento dei tassi abbiano portato a una riduzione degli utili nel quarto trimestre. Berkshire è una holding di partecipaizone in società di valore, che rappresentano un indicatore dello stato di salute dell’economia statunitense e in misura minore mondiale. Attenzione però al dato in uscita oggi alle 16 ovvero il rapporto sulla fiducia dei consumatori a febbraio atteso in aumento sulla rilevazione precedente e l’indice dei dei direttori agli acquisti di Chicago sempre a febbraio.
La grande abbuffata
Il Segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen è arrivata ieri a sorpresa a Kiev per riaffermare il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina nella lotta contro l’invasione russa e per promuovere gli aiuti economici statunitensi. Quest’ultimo elemento è forse quello di maggiore significato. Perché se da un lato i venti di guerra sembrano soffiare sempre meno per fare posto alla diplomazia, dall’altro di comincia a ragionare sulla ricostruzione una volta che sarà stata raggiunta una tregua, forse sul modello coreano. La Banca Mondiale (il cui principale azionista sono gli Usa con il 17% del capitale) alla fine del giugno scorso stimava che il costo della ricostruzione sarebbe pari a circa $349 miliardi. La Kiev School of ECONOMICS calcolava invece in $127 miliardi il conto per ripristinare le infrastrutture, ponti, dighe, pali di alta tensione e strade, fatti saltare dagli attacchi. La ricostruzione del Paese martoriato dalla guerra sarà affidato sia ad imprese locali che a operatori internazionali, e tra questi, molto probabilmente, gli stessi che hanno sostenuto il conflitto, inviando armi. Anche l’Italia potrebbe giocare un ruolo, forte di punte di eccellenza nel campo dell’ingegneria e delle costruzioni di opere civili con società quotate anche sul listino Euronext Growth Milan. Investimenti che rappresenterebbero una boccata di ossigeno per la nostra economia che nei prossimi mesi dovrà affrontare la fine dei bonus edilizi e i ritardi nell’attuazione del Pnrr: il calendario iniziale prevedeva una spesa di oltre €40 miliardi entro il 2022, ma a dicembre ne sono stati spesi 20.
L’intelligenza artificiale prende il posto della Cina?
Secondo Cathie Wood, tra i principali investitori al mondo nel campo della tecnologia attraverso il fondo Ark Innovation che gestisce asset per circa $10 miliardi, è convinta che ChatGPT, e più in generale i tools di intelligenza artificiale, saranno decisivi per tagliare i costi, diminuire i prezzi dei prodotti e servizi, e di conseguenza creare deflazione. Il ruolo che dal 2000 sino allo scoppio della pandemia era stato affidato alla Cina, ovvero la fabbrica del mondo dove produrre a prezzi bassi per i consumatori, prevalentemente occidentali, e tenere così bassa l’inflazione e i tassi di interesse. Catie Wood stima una traiettoria di “crescita esplosiva” nei prossimi 5-10 anni. Una previsione “aggressiva” e direzionale come è nel suo stile ma che rappresenta comunque uno scenario su cui riflettere per pianificare i propri investimenti. Ma l’Italia a che punto è di fronte a questo importante cambiamento? Il mercato domestico dell’intelligenza artificiale vale, secondo le stime di Anitec-Assinform (il dipartimento di imprese tecnologiche di Confindustria) €422 milioni, con il potenziale di arrivare a €700 milioni nel 2025. Valori molto più bassi rispetto anche solo agli investimenti dei grandi operatori dell’industria informatica americana e cinese, ma nemmeno da sottovalutare, se si considera che il tasso di crescita previsto per il settore è del 22% annuo.