Il punto sul mercato di Integrae SIM
“L’Europa ha bisogno di svegliarsi. È mezza addormentata” (Agatha Christie)
La sorpresa dell’annuncio della Fed di ieri sera è un Jerome Powel molto “colomba”. Il banchiere ha escluso la recessione e si è spinto a dichiarare, per la prima volta da diverse riunioni del Fomc, che è stata presa in considerazione l’ipotesi di una pausa del rialzo dei tassi di interesse. Ne sapremo di più leggendo le minute in uscita nelle prossime settimane. Nel frattempo il dollar index è sceso sotto quota 101, soglia psicologica che fa presagire ulteriori perdite di valore della valuta americana in funzione delle attese di un allentamento della politica monetaria restrittiva. Come nelle previsioni, la Bce ha invece alzato i tassi di 50 punti base e ribadito l’intenzione di concludere il Quantitative Easing a inizio marzo. Sebbene l’inflazione abbia dato i primi segnali di rallentamento, la battaglia non è ancora vinta e gli investitori si aspettano almeno altri tre rialzi prima di raggiungere il tasso finale, con un aumento di ulteriori 50 punti base già annunciato per la riunione di marzo. Ma per la prima volta sembra che le banche centrali ammettano che l’inflazione cominci ad essere sotto controllo, o meno a rischio di una spirale al rialzo, consolidando l’attesa del mercato di una politica monetaria più accomodante già alla fine del 2023.
L’Italia frena ma non troppo
Dopo 7 trimestri consecutivi al rialzo, rallenta il Pil in Italia (dato provvisorio). Un risultato non positivo ma che non ha sorpreso gli economisti e scontato l’eccezionalità e gravità di quanto accaduto nell’ultima parte del 2022 ovvero il robusto aumento dell’inflazione che ha impattato sul potere di acquisto delle famiglie e i costi delle imprese. In prospettiva però le cose sembrano muoversi nella direzione di una ripresa: secondo l’indice WEIP sull’attività economica elaborato da Prometeia ci sono segnali di ripresa. Con l’indice passato dal minimo dell’anno toccato a ottobre di 96,6 punti, a 99,8 punti, sui livelli pre conflitto Ucraina-Russia. Altro segnale anticipatore l’espansione dell’indice PMI manifatturiero a gennaio in Italia che ha segnato 50,4 punti da 48,5 punti della rilevazione precedente, sopra la soglia di espansione dell’economia e meglio dell’eurozona ferma a 48 punti. Il rendimento del Btp ha però superato il 4,2% scontando la perdurante fragilità del nostro debito pubblico all’aumento dei tassi di interesse in Europa. Non una bella notizia neanche l’annuncio che CNH Industrial lascerà Piazza Affari (lasciando tra l’altro solo Juventus e Iveco come quotate della galassia Agnelli). Si tratta del primo delisting del 2023 per Piazza Affari, che però può sorridere grazie a due IPO, tra queste Deodato.Gallery, portata in Borsa a Integrae Sim.
La volta buona?
Come da indiscrezioni di stampa è arrivata l’offerta non vincolante da parte del fondo di private equity Kkr per una partecipazione da definire nella nascente società della rete fissa. Finalmente un sorriso per gli azionisti di Telecom Italia, dopo anni di sofferenza. Il piccolo azionista in particolare potrebbe finalmente vedere emergere il valore atteso da molto tempo. Non un appeal speculativo ma un cambio di passo della strategia e di gestione che dovrebbe consentire una corretta valorizzazione degli asset della società nel medio lungo periodo, dopo anni di ribasso. Il Governo italiano è impegnato a pilotare la trasformazione del colosso nazionale delle telecomunicazioni, in particolare gli aspetti legati alla sicurezza, la competitività e l’occupazione. Il titolo ha così aperto le contrattazioni a +13% per poi chiudere la seduta con un rialzo prossimo alla doppia cifra. Un contesto positivo per tutta l’industria delle telecomunicazioni italiane che vedono quotate diverse società in particolare sul listino Euronext Growth Milan.