Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Curiosamente, gli elettori non si sentono responsabili per i fallimenti del governo che hanno votato” (Alberto Moravia)
Il 2022 è stato un anno molto positivo per i bilanci societari ma la Borsa è scesa. I fattori che hanno contribuito a questo movimento sono stati l’aumento dell’inflazione maggiore delle attese, il rialzo dei tassi e la riduzione della liquidità, che hanno penalizzato soprattutto i titoli che venivano da performance positive ed esposti ai tassi bassi (il tech). Nel 2023 è invece atteso un calo moderato degli utili, come effetto del rallentamento pilotato dell’economia da parte delle Banche centrali con la politica monetaria. Ipotesi già in parte scontata dal mercato che infatti nel primo mese dell’anno è in deciso rialzo. Importante capire se effettivamente lo scenario corretto sia questo oppure il calo dei profitti sarà più violento. In questa ultima ipotesi ci sarà inevitabilmente una correzione dei listini che tuttavia potrebbe rappresentare il punto di partenza per un nuovo recupero. Tra i settori in evidenza nel 2023: le società a medio piccola capitalizzazione potrebbero riprendersi in quanto nell’anno precedente hanno subito più di altri la restrizione della liquidità e l‘uscita degli investitori nonostante bilanci in salute. Gli sconfitti del 2022 potrebbero quindi prendersi la rivincita. Nei bilanci da tenere sotto controllo il livello di indebitamento perché sarà più difficile e costoso rifinanziarsi.
I 100 giorni
Spread in calo di oltre 60 punti, Borsa di Milano in rialzo del 20%, inflazione in calo, e ripresa dell’economia nonostante i cigni neri del 2022. Basterebbe questo per sostenere che i primi 100 giorni del Governo Meloni si sono conclusi con un bilancio positivo. La luna di miele con gli italiani trova riscontro anche nei sondaggi elettorali che mostrano il Partito della neo premier in crescita e con buone probabilità di uscire vincitori dalle elezioni amministrative locali che si svolgeranno tra poco più di 10 giorni. Anche la grande sfida è il Pnrr è sulla buona strada: il 2022 si è chiuso con il raggiungimento di tutti gli obiettivi mentre per il 2023-24, il Governo spera di ottenere delle modifiche per riallineare gli obiettivi alla propria politica. Nodo irrisolto invece la ratifica del Mes. Date importanti il 9 e 10 febbraio quando Giorgia Meloni sarà impegnata al Consiglio Europeo per discutere di immigrazione dopo l’accordo con la Libia sulla lotta alla tratta di esseri umani. Non male per un Governo che molti media stranieri avevano definito pericoloso per l’Europa.
La settimana dell’energia
Nei prossimi giorni sono in calendario importanti appuntamenti in materia energia. Si comincia il primo febbraio con la presentazione del green industrial plan. Per alcuni la risposta europea all’inflaction reduction act statunitense, per altri un aggiornamento del Next Generation Eu. In ogni caso un passo avanti verso una strategia comune europea in materia di energia e sostenibilità. Il Piano dovrebbe prevedere incentivi fiscali per gli investimenti green ovvero aiuti di stato mirati anche per evitare che i Paesi si muovano in ordine sparso: pensiamo alla Germania che ha speso €350 miliardi per aiutare famiglie e imprese ad affrontare la crisi energetica contro i €30 miliardi dell’Italia. Nello stesso giorno la riunione “virtuale” dell’Opec+. Il 2 febbraio la Arera, ovvero l’autorità per l’energia, annuncerà le nuove tariffe per le famiglie “tutelate”. Secondo il Ministro dell’Economia Giorgetti le tariffe del gas dovrebbero calare del 40%, con un beneficio di 845 euro a famiglia annualizzato e con la prospettiva di portare l’inflazione nel 2023 sotto il 7%, Infine il 5 febbraio, entrerà in vigore l’embargo EU sui prodotti raffinati in arrivo dalla Russia, ovvero il Diesel. Abbastanza per accendere i riflettori sui titoli del settore con particolare riferimento al mondo del green.