Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Un solo uomo può far scoppiare una guerra, ma bisogna essere in due per fare la pace” (Proverbio Africano)
Il rally non piace ai banchieri. Christine Lagarde ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno bruscamente frenato il rialzo di gennaio: “siamo determinati a riportare l’inflazione al 2% in modo tempestivo”. Piazza Affari ha così chiuso in rosso dell’1,75%, peggiore seduta dell’anno. Dalle lettura delle minute della riunione del direttivo della Bce sono emerse ancora più preoccupazioni: la maggior parte dei banchieri si è espresso a favore di un rialzo superiore ai 50 punti base e molti membri sono favorevoli ad un aumento di 75 punti base. Il messaggio al mercato è chiaro: state esultando troppo presto. A gettare benzina sul fuoco anche il governatore bella banca centrale olandese Rutte: in Italia l’indebitamento è troppo alto e si spende troppo per le pensioni, mettendo in dubbio la sostenibilità nel medio-lungo termine. Unica buona notizia della giornata la possibilità della creazione di un fondo sovrano europeo annunciato da Ursula von der Leyen per finanziarie investimenti nell’innovazione e la transizione energetica. Di fatto la risposta europea al piano della Casa Bianca (l’Inflaction Ruduction Act) per fare rientrare capitali nel Paese attraverso cospicui incentivi fiscali. Venti di guerra di Aiuti di Stato?
Il mondo ha bisogno della Cina
Il vice premier cinese ha fatto un appello ad abbandonare la guerra fredda e si è incontrato con Janet Yellen Segretario di Stato Usa, che sarebbe pronta ad andare in Cina. Un cambio di rotta che non solo apre i confini, ma anche i “portafogli”. Ovvero un grande ritorno dei Paesi emergenti tra le asset class di interesse. Devono però venire meno le spinte protezionistiche del Paese. Per la prima volta dopo 10 anni, i Bric (Brasile, Russia, India e Cina) sono rimbalzati solo del 15% nel 2022, quando ci avevamo abituato a incrementi del 50% annuo. Una spinta che veniva dalla Cina e la sua politica espansionistica mondiale che con la Pandemia si è arrestata. Se si apre la Cina, si apre quindi anche l’economia degli emergenti (Africa in primis) di cui tutti abbiamo bisogno soprattutto per dare una prospettiva di benessere e quindi arrestare i flussi migratori che creano instabilità nei Paesi più sviluppati. Una ripersa della Cina e degli emergenti allontana anche i timori di una recessione dura nel corso del 2023.
Spoil system
Riccardo Barbieri è il nuovo direttore generale del Ministero del Tesoro, al posto di Alessandro Rivera. A quest’ultimo è stata fatale la gestione del dossier Mps, controllata dallo Stato con una quota del 64% a seguito del salvataggio avvenuto nel 2017, che è costato ai cittadini €5,4 miliardi. Altri cambi di casacca, di minor peso, saranno proposti dal Giancarlo Giorgetti al Consiglio dei Ministri di domani. Barbieri ha un buon curriculum avendo ricoperto ruoli anche con profilo internazionale ma si tratta comunque di un segnale di cambiamento che il nuovo Governo vuole dare all’interno della macchina burocratica dello Stato. Il direttore generale del Tesoro ha un ruolo fondamentale nella supervisione delle società partecipate dallo Stato ed è il vice del ministro dell’Economia nelle riunioni di G7, G20 e del Fmi. Il dipartimento che dirige gestisce inoltre il secondo debito pubblico più alto della zona euro, pari a circa il 150% del Pil. Tra coloro che hanno ricoperto l’incarico figurano l’ex presidente della Bce e presidente del consiglio Mario Draghi, nonché Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli, tutti ex ministri dell’Economia.