Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Se uno non è motivato per giocare un derby, deve cambiare mestiere. Meglio che faccia il ragioniere” (Sinisa Mihajlovic”)
Ci siamo lasciati alle spalle una settimana ricca di dati macroeconomici e soprattutto le riunioni delle banche centrali. L’esito è stato il gelo sul rally di fine anno. Da ultimo ci ha pensato Francois Villeroy de Galhau, consigliere Bce che venerdì scorso ha dichiarato come la partita contro l’inflazione non sia ancora terminata, aggiungendo che quest’ultima dovrebbe raggiungere il picco nel primo semestre del 2023 prima di attenuarsi. Ricordiamo che in Italia il carovita è cresciuto dell’11,8% su base annua rispetto a novembre 2021, sopra la media Eu posta a +10,2%. La Presidente della Bce ha inoltre preannunciato altri aumenti di 50 punti base a febbraio e marzo 2023, con l’obiettivo di un tasso terminale oltre il 3%. Il consensus è posizionato su questi livelli ma HSBC dichiara addirittura di non aspettarsi tagli nel 2023 e addirittura nel 2024. La Bce quindi, più falco della Fed. Tra i riflessi di queste dichiarazioni, l’impennata del rendimento del Btp a 10 anni salito oltre il 4% e lo spread salito a 220 punti. Una “mazzata” per il nostro Paese che ha un costo del debito altissimo frenando l’espansione dell’economia reale (nel 2022 ai massimi del secolo) e aiuti per famiglie e imprese. Per Citi una politica monetaria apertamente prociclica, che può erodere la capacità della politica fiscale dei governi di rimanere anticiclica, aumenta anche il rischio che la recessione finisca per essere più profonda o più lunga e che la politica monetaria debba alla fine invertire la rotta. Staremo a vedere.
Il mattone non è un rifugio, in Usa
Il calendario macroeconomico intenso anche questa settimana. Iniziamo lunedì alle 10 con l’Indice IFO sulla fiducia delle aziende in Germania a dicembre, visto a 87,4 punti, in crescita sul dato precedente, a seguire martedì alle 14:30 è il momento dei permessi di costruzione rilasciati a novembre. Previsto un calo da 1,512 milioni a 1,48 milioni. Dato peggiore dal luglio 2020. La conseguenza del forte rialzo dei tassi sui mutui Usa saliti al 6/7% che stanno facendo crollare le compravendite di abitazioni portando in recessione l’industria immobiliare. Settore trainante per il Pil Usa. Venerdì sarà infine la giornata più calda con il dato sull’inflazione preferito dalla Fed ovvero, alle, 14:30 l’indice dei prezzi delle spese personali principali a novembre, atteso stabile sulla rilevazione precedente. Infine alle 16:00 le vendite di nuove abitazioni sempre a novembre: stima 595mila unità da 632mila unità di ottobre. Abbastanza per cambiare nel bene o nel male, la direzione dei listini. Se l’anno finisse oggi, Wall Street registrerebbe il primo trimestre in rosso dal 2018. Mentre l’S&P 500, sceso venerdì sotto la soglia dei 3.900 punti, si è avvicinato alla soglia psicologica dei 3.800. Livello che se superato decreterebbe la fine delle speranze del rally di fine anno. Nel frattempo Goldman Sachs taglia il 5% della propria forza lavoro. Incrociamo le dita.
Buona la prima
Venerdì ha debuttato nel listino Euronext Growth Milan una nuova matricola: Impianti, azienda attiva in Italia come System Integrator nei settori ICT & Audio/Video con particolare riguardo a soluzioni di videocomunicazione & UCC. Nel primo giorno di negoziazione ha chiuso facendo segnare un rialzo superiore al 45%. L’algoritmo di questo risultato? Il “soul” con il quale il fondatore e amministratore delegato della società Simone Lo Russo ha festeggiato l’inizio delle negoziazioni: “andremo oltre quello fatto sino ad oggi”. Integrae Sim, è quindi orgogliosa di avere agito come Euronext Growth Advisor (EGA) e Global Goodinator, portando a 10 le Ipo da inizio anno e a 80 le quotazioni nel corso degli ultimi 13 anni. La small cap si confermano quindi come linfa vitale del nostro mercato dei capitali, in grado di offrire, nel lungo periodo, un rendimento extra agli investitori, rispetto alle società a maggiore capitalizzazione.