Il punto sul mercato di Antonio Tognoli
Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato (F. W. Nietzsche)
Dati significativi ma non particolarmente importanti per i mercati in uscita oggi. L’attenzione degli investitori è infatti concentrata sul meeting del FOMC di domani e mercoledì. Nell’ultima settimana i mercati azionari hanno subìto una flessione per certi versi inattesa. Che sia l’inizio di un sell-off profondo, dopo le abbuffate degli ultimi anni?
Come abbiamo più volte messo in luce, la performance degli assets rischiosi (e tra questi appunto le azioni) è tanto più forte quanto più i tassi reali sono negativi. Attualmente gli USA, con una inflazione al 7% e il rendimento dei titoli decennali intorno all’1,8% hanno un tasso reale negativo del 5,2%. Tutto bene dunque? Aggiungiamo un pezzo all’analisi: il ruolo delle aspettative. Queste indicano un’inflazione media attesa del 2,2% circa (il tasso di crescita diminuirà già ad aprile per l’effetto di confronto con il 2021) e quindi il tasso reale è negativo dello 0,4%. Per tutto il 2021 il tasso reale USA ha oscillato in un range compreso tra il 3,5% e il 5% favorendo l’acquisto di azioni, sostenuto anche dall’ingente massa di liquidità iniettata dalla FED. Ma il cambiamento è alle porte. Powell infatti entro marzo concluderà il tapering, i tassi nominali cominceranno probabilmente ad aumentare portando il rendimento del decennale oltre il 2% e la crescita media del prezzi si ridurrà gradualmente intorno al 2%. La stima degli effetti di una duratura inflazione sul sistema economico è più ardua, soprattutto con la variante omicron che ancora non ci vuole abbandonare, anche se la nostre aspettative di crescita degli utili societari indicano una spinta decisamente meno vigorosa che nel 2021. Secondo le stime degli analisti, l’inflazione potrebbe mangiarsi tra lo 0,6% e lo 0,9% di crescita del PIL, che non è poco.
Con un avvicinamento del tasso reale allo zero (da sinistra) e con una crescita degli utili di difficile quantificazione, l’investimento azionario diventa più rischioso. Oltre alla maggiore volatilità, maggior rischio significa maggior rendimento che con le aspettative di cui sopra, può essere ottenuto solo a prezzo più bassi. Le attese dei mercati sono quindi concentrate ancora un volta sulle mosse della FED: alla luce delle aspettative di inflazione in riduzione, Powell alzerà i tassi a cominciare dalla fine del tapering, oppure l’effetto annuncio unito a quello statistico di confronto sono stati sufficienti a riportare il sistema economico e monetario sulla via della normalizzazione controllata?
Se si vendono le azioni, si comprano i bond?. Con i rendimenti previsti in crescita i prezzi scendono, soprattutto dei bond con duration maggiore. Dire quale possa essere la soglia di acquisto sia per le azioni che le obbligazioni è difficile, vista l’incertezza circa le mosse della FED. Non bisognerà tuttavia aspettare molto, visto che domani e mercoledì si riunisce il FOMC e qualche incertezza dovrebbe essere fugata
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