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Insights 14 Gen 2022

Il punto sul mercato di Antonio Tognoli

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare (L.A. Seneca).

Dati USA in uscita oggi. Si comincia alle 14:30 con le vendite al dettaglio MoM di dicembre (stima -0,1% contro 0,3% di novembre), alle 15:15 la produzione industriale MoM di dicembre (stima 0,3% contro 0,5% di novembre) e alle 16:00 la fiducia dei consumatori di gennaio dell’Università del Michigan (stima 70 punti contro 70,6 di dicembre). Dati che, se confermati, registrerebbero il rallentamento della crescita economica, peraltro atteso considerata l’accelerazione del tapering e i prossimi aumenti dei tassi. La FED sembra interpretare la variante Omicron come un ulteriore impulso all’inflazione e non sembra invece essere troppo preoccupata dei rischi economici che ne conseguono. Lo stesso Powell ha dichiarato che le persone stanno imparando a convivere con il virus nonostante le ondate ricorrenti, suggerendo che le implicazioni economiche potrebbero essere limitate. Il punto è che  il periodo transitorio in cui il COVID produce un impatto sull’offerta generando pressioni inflazionistiche, riteniamo possa protrarsi ancora per  altri 6-12 mesi, con il conseguente rischio che l’inflazione produca un impatto più negativo rispetto alle attese sull’attività economica.

La FED tuttavia non può fare molto per aumentare l’offerta, ovvio quindi che voglia agire sull’inflazione. Tuttavia non sappiamo ancora quanto la FED sia propensa a frenare un’economia che, a suo giudizio, potrebbe non aver ancora raggiunto la massima occupazione, soltanto per bloccare il ritorno dell’inflazione. Ciò significa che nel 2022 l’economia sarà chiamata ad affrontare maggiori ostacoli rispetto al 2021. Una volta finite le emergenze, è possibile che i tassi e rendimenti continuino a rimare bassi. Secondo i calcoli della FED di Atlanta, il mercato si attende un tasso sui Fed fund nell’intorno dell’1,5% a fine 2024 e, quindi, uno scenario ancora fortemente espansivo. Alla luce della riduzione degli stimoli monetari e fiscali, le nostre stime di crescita del PIL per il 2022 sono comprese tra il 2,5% e il 3%.

Nel clima di incertezza i mercati non possono che aumentare la volatilità in attesa che le stime di crescita degli utili societari del 2022 e dei prossimi anni diventino meno aleatorie. Le valutazioni attuali sono elevate rispetto ai dati storici, ma non sembrano eccessive alla luce del livello attuale e soprattutto previsto dei tassi di interesse. Non escludiamo tuttavia una correzione, ma non riteniamo che alle porte possa esserci una flessione sistemica del mercato. In alte parole, siamo convinti che i mercati azionari supereranno la fase di incertezza del 2022 grazie alla lenta ma positiva crescita economica che dovrebbe sostenere gli utili societari.