Il punto sul mercato di Antonio Tognoli
Solo quando la marea scende scopri chi stava nuotando nudo (W. Buffett).
Dati importanti in uscita oggi. Si comincia alle 11 con i prezzi al dettaglio Europei YoY di dicembre (stima 4,7% contro 4,9% di novembre) e si prosegue alla 14:30 con i dati USA di dicembre relativi alla variazione degli occupati (stima 400k unita, contro 210 di novembre) e il tasso di disoccupazione (stima 4,1% contro 4,2% di novembre). Come abbiamo più volte sottolineato, nel 2022 a differenza del 2021, i mercati sarebbero stati caratterizzati da un aumento della volatilità dovuto principalmente alla fine delle politiche monetarie ultra accomodanti degli ultimi anni e ad un graduale aumento dei tassi, entrambi indotti da una crescita dei prezzi maggiore di quella prevista. Sia in Europa che negli USA, seppure con diverse tempistiche.
Di solito, gli effetti di cambiamenti strutturali non sono mai lineari perché è difficile individuarne i rischi che spesso si sommano a quelli esogeni.
Diversi sono i “cigni neri” che vediamo all’orizzonte. Tra questi:
- Le tensioni e le crisi geopolitiche. In primis tra USA e Cina, dopo che quest’ultima ha lasciato intendere di voler annettere anche con la forza l’isola di Taiwan (uno dei maggiori produttori di microchip al mondo). L’inasprirsi delle tensioni nel Mar Cinese Meridionale potrebbero coinvolgere altre nazioni come il Giappone, la Corea del Sud e la Corea del Nord. Se la Cina dovesse invadere l’isola, è verosimile aspettarsi ulteriori shock sull’offerta dei semiconduttori, che sono già una merce rara. Altro focolaio mondiale è il Donbass, che da anni è scosso dal conflitto armato tra il governo ucraino e le autoproclamate repubbliche filo-russe. L’invasione russa dell’Ucraina rischia di avere ripercussioni sulle forniture di gas in UE;
- Attacchi informatici. Numerosi osservatori sono convinti il 2022 sarà l’anno dell’offensiva cibernetica su vasta scala ai danni di ampi settori (finanziario, sanitario, industriale), della vita sociale, tenendo sotto scacco un’intera nazione;
- La crisi nel settore energetico, esacerbata da contrasti di natura geopolitica. Lo scorso anno i prezzi del petrolio, del gas naturale e di molti metalli sono aumentati di molto su base annua, e non è escluso che possano continuare a seguire il trend rialzista anche nel 2022. La crisi dell’energia rischia di amplificare gli effetti della pandemia sull’economia reale, soprattutto in presenza di un’inflazione elevata;
- Nuove varianti del Covid-19. In Francia è stata recentemente individuata una nuova variante di coronavirus che presenta 46 mutazioni ed è considerata una stretta parente di Omicron. Finora sono stati individuati 12 casi. Il timore è che questa nuova variante possa resistere maggiormente ai vaccini o essere ancora più virulenta delle precedenti.
La strategia da seguire continua ad essere quella di diversificare i portafogli e seguire un approccio bottom up che vada ad individuare quelle aziende che, meglio di altre, hanno mostrato una forte resilienza nel corso degli ultimi due anni.
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