Il punto sul mercato di Antonio Tognoli
Non importa quanto vai piano, l’importante è che non ti fermi (Confucio).
Dati importanti in uscita oggi. Si comincia alle 8:00 con i prezzi al consumo di ottobre della Germania (stima 4,5% contro 4,1% di settembre) e si prosegue alle 14:30 con i prezzi al consumo di ottobre USA (stima 5,8% contro 5,4% di settembre) e le richieste settimanali dei sussidi alla disoccupazione (stima 265k contro 269 della scorsa settimana). Come argomentavamo la scorsa settimana, non dovrebbero esserci sorprese particolarmente negative o positive. Tutto sembra procedere lungo il cammino della normalizzazione della crescita economica e dell’occupazione a prezzi sostanzialmente sotto controllo. La domanda è se la riduzione degli stimoli monetari di €15 mld al mese possa essere sufficiente a raggiungere l’obiettivo della normalizzazione, ma soprattutto quale sarà lo scenario fra otto mesi a tapering concluso.
I benefici della politica monetaria espansiva
Fino ad allora gli stimoli monetari continueranno ad agire, anche se con minore spinta che in passato, e consentiranno di preparare il terreno alle elezioni di midterm. I mercati azionari dovrebbero quindi continuare a beneficiare della politica monetaria espansiva, a cui si aggiungono gli stimoli fiscali: la scorsa settimana il Congresso ha infatti approvato il piano per le infrastrutture fisiche da 1,2 trilioni di dollari, che di fatto costituisce il primo passo verso il “Build Back Better” di Biden (resta tuttavia ancora da approvare quello da 2 trilioni per le infrastrutture, che punta a riformare la società USA come non accadeva dai tempi della Great Society di Johnson).
In questo scenario, è possibile che l’inflazione rimanga sotto controllo per ancora sei/nove mesi, anche se a livelli mediamente più elevati rispetto a quelli fissati dalla FED. Ma potrebbe non rimanere sotto controllo a lungo. A tapering concluso (e siamo a luglio del prossimo anno) occorrerà valutare lo stato dell’economia e decidere la politica monetaria che consenta il raggiungimento degli obiettivi fissati. Ed è a questo punto che le cose si complicano. La FED si muoverà infatti su un terreno inesplorato e quindi con il rischio di non centrare uno più obiettivi di lungo periodo: crescita, occupazione e controllo dell’inflazione. Al momento tutto lascia pensare che la FED e l’Amministrazione USA sosterranno la crescita portando gli interventi a livelli estremi, se serve ad evitare brusche e pericolose cadute cicliche.
Questo significa un mercato azionario che dovrebbe continuare la positiva performance grazie al crescente sostegno degli utili, ma con meno forza rispetto agli ultimi 12 mesi per via della riduzione degli stimoli monetari. La variabile indipendente che potrebbe cambiare lo scenario rimane, ancora una volta, il Covid-19 che sembra non volerci abbandonare.
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