Il punto sul mercato di Antonio Tognoli 27.08.2021
Non vorrei essere Powell.
È chiaro che la crescita economica USA attuale non è compatibile con il GDP potenziale e sostenibile che è tra il 2 e il 2,5%. Idem per la crescita dei prezzi. Entrambe rimbalzano dalla flessione dello scorso anno. La sfida è ora aggiustare la quantità di moneta nel sistema economico in modo da pilotare la crescita dal 6% al 2,5% circa in modo da non surriscaldare troppo i prezzi, tenendo anche conto degli stimoli fiscali, e contemporaneamente non spaventare troppo i mercati (perché fra un anno ci saranno le elezioni di medio termine). Bella sfida. Detto questo non credo che usciranno indicazioni chiare da Jackson Hole. I dati macroeconomici sono infatti contrastanti: ad una crescita economia in linea con le attese, si contrappone però una disoccupazione in crescita, dopo quattro settimane di riduzione. E sappiamo quanto forte sia l’obbiettivo di piena occupazione per la FED. Di sicuro c’è che sicuramente mese più, mese meno, gli stimoli monetari verranno gradualmente ridotti. Riteniamo quindi prudente in questa fase ridurre gradualmente l’esposizione verso gli USA (senza strafare) e aumentare quella verso l’Europa (senza strafare) la cui crescita economia è meno forte rispetto a quella USA.