Il punto sul mercato di Antonio Tognoli 15.07.2021
Pecunia, si uti scis, ancilla est, si nescis, domina.
In assenza di dati macro significativi, oggi parliamo di banche. Quelle USA, JP Morgan e Goldman Sachs hanno rilasciando ieri i risultati del 2 trimestre. Entrambe hanno battuto le stime degli analisti, anche se emergono nei conti luci ed ombre.
Per la stragrande maggioranza delle banche Italiane ci sono ancora un paio di settimane di attesa. Siamo però convinti che i risultati saranno, nella maggioranza dei casi, migliori delle aspettative. E questo per diversi motivi. Ad una sostanziale stabilità del margine di interesse (lo spread fra tassi attivi permane sfavorevole), dovrebbe aver fatto riscontro una crescita delle commissioni in generale, tanto da consentire al margine di intermediazione una, seppur modesta, crescita. Il continuo contenimento dei costi generali dovrebbe aver poi contribuito a ridurre ulteriormente il cost income ratio.
Sul fronte NPL, secondo gli ultimi dati disponibili, sembra che la crescita sia più contenuta rispetto a quella stimabile un anno or sono. Dall’Europa arrivano, inoltre, segnali incoraggianti sullo sblocco dei dividendi. Last but not least, la spinta speculativa derivante dalle possibili aggregazioni del settore, è attesa riprendere all’indomani della pausa estiva. Riteniamo quindi che ai prezzi attuali il rischio/rendimento sia nettamente a favore di quest’ultimo.
Crediamo che, soprattutto in questa fase storica con i rendimenti prossimo allo zero sulle scadenze più brevi della curva e nell’intorno dell’1% su scadenze più lunghe, occorra considerare l’investimento nel settore bancario nell’ottica del cassettista, ma con la possibilità di guadagno in conto capitale. Evitando magari di guardare il prezzo tutti i giorni, esattamente come l’investitore in BTP. Guadagno che con il possibile rialzo dei rendimenti reali, difficilmente potrà essere replicato da un titolo obbligazionario.