Il punto sul mercato di Antonio Tognoli
Die Zukunft beeinflusst die Gegenwart genauso wie die Vergangenheit. (F.W. Nietzsche)
Manca ancora un po’ tempo alla chiusura del 2021, quindi non è ancora il momento di bilanci. Credo che possa però essere il momento di chiedersi quali potrebbero essere i settori che nel 2022 contribuiranno, più di altri, alla crescita del GDP e sui quali vale la pena di investire. Partiamo innanzitutto dalla constatazione che tutti gli economisti sono concordi nel ritenere che il 2022 continuerà nel solco della ripresa economica tracciata nel 2021 (anche se con minore forza), grazie soprattutto ai consistenti investimenti del PNRR e del Next Generation EU. Diversi sono i temi di investimento su quali vale la pena di ragionare per il prossimo anno. Tra questi sicuramente:
la green Transition. Come noto, entro il 2050, l’Europa punta a raggiungere l’impatto zero sul clima. Ovviamente, il tema ecologico è una delle priorità anche dell’agenda italiana. Tanto è vero che il PNRR dedica il 31% dell’intero pacchetto alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica. E lecito quindi attendersi che nel 2022 l’Economia Circolare sarà un asset strategico per la crescita delle imprese. Le opportunità legate al mondo green sono in gran parte ancora inesplorate e le aziende che decidono di integrare nei loro modelli di business le logiche di recupero circolare (riciclo e riuso) verranno premiate non solo dal mercato e dai consumatori, ma anche dagli investimenti pubblici del PNRR;
la sostenibilità. Mai come negli ultimi anni la crescente consapevolezza dell’impatto delle attività umane ha favorito la diffusione di comportamenti finalizzati alla tutela e valorizzazione ambientale. Riteniamo che nel 2022 i pilastri dell’attività d’impresa sostenibile saranno fondati sulla revisione delle catene di fornitura, l’evoluzione della progettazione di prodotti e servizi secondo i principi dell’Ecodesign, e l’adozione di tecnologie pulite nel processo produttivo. Questi ultimi, insieme all’adozione di un sistema di risk management che monitori il cammino delle imprese verso la sostenibilità (i.e ESG compliant), sono quindi destinati ad assorbire investimenti crescenti;
l’Innovazione. Non esistono miglioramenti significativi aziendali senza investimenti in innovazione di processo e di prodotto. Gli investimenti che consentiranno di industrializzare i nuovi prodotti e quindi ridurre le tempistiche di go-to-market, dovranno necessariamente essere favoriti dell’Open Innovation, la sola in grado di garantire la complessità dello scenario globale attraverso un processo interfunzionale e multidimensionale atto a consentire la convergenza di tutti i portatori di interessi, sia pubblici che privati;
la digitalizzazione. Oggi il 97% di tutti i dati prodotti sono digitali (nel 2000 erano il 35%) e quindi sfruttabili al fine di prendere decisioni in modo consapevole. Il sistema di produzione aziendale è sempre più ibrido con l’interazione uomo-macchina sempre più spinta. Dare significato e valore ai dati (smart data) consentirà lo sfruttamento dell’Industrial Internet of Things , aumentando l’efficienza globale dell’impresa;
la Cyber Security. Alla fine del 2021 ci saranno circa 20 miliardi di dispositivi connessi ad internet e le stime indicano che entro il 2024 saranno circa 90 miliardi. La pandemia mondiale ha accelerato la digitalizzazione dei modelli di business e di consumo, amplificando però i potenziali attacchi (nei primi sei mesi del 2021 gli attacchi di hacker sono stati 1,5 miliardi). Il controllo e il monitoraggio dei dati (Cyber Risk) è un tema che ha assunto anche una valenza politica strategica, come dimostra la recente risoluzione del Parlamento Europeo. A cominciare dal 2022 diventerà indispensabile integrare le logiche del “Cyber Security by Design”, ovvero ripensare l’operatività della Digital Transformation allo scopo di integrare l’approccio alla sicurezza già nelle fasi iniziali di progettazione;
Human to Human. La strada è tracciata. non più B2C o B2B, ma molto più semplicemente heart to heart. La rivoluzione della comunicazione (la cui parola è formata da comunica e azione) Human to Human dovrà necessariamente passare dalla centralità dell’essere umano nel processo di acquisto. La strategia dell’e-commerce è quindi destinata a cambiare radicalmente evolvendo verso il touchpoint, privilegiando l’utente nel viaggio verso l’acquisto. Ed è su questa piattaforma che si determinerà la vera capacità attrattiva del Brand;
il Food & Beverage. Sembra banale, ma le aziende che investono in sostenibilità e lo comunicano secondo una strategia efficace hanno ricavi superiori della media del 7% annuo. E’ facile immaginare che i protagonisti del mercato nel 2022 saranno le aziende in grado di soddisfare i nuovi stili di vita dei consumatori, introducendo nuovi prodotti (anche attivando sistemi di blockchain) e comunicando con la massima trasparenza in etichetta i valori nutrizionali e ambientali dei prodotti.
Grazie soprattutto alle risorse messe in campo dalle Banche Centrali e dai Governi, siamo all’alba di una sfida globale che dobbiamo vincere. Le armi, il know how e l’intelligenza per farlo le abbiamo. La voglia di rendere concreti i progetti, la vedremo presto. Nel frattempo, mi sembra che per il 2022 il lavoro non manchi.
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Tognoli
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