Il punto sul mercato di Antonio Tognoli
Il mercato azionario è progettato per trasferire denaro alle persone pazienti (W. Buffett)
PMI manifatturiero USA di maggio alle 15:45 (stima 57,9 punti contro 69,2 di aprile).
E lotta all’inflazione sia. Anche la più colomba del board della FED ha abbracciato la linea dura di Bullard, il falco. Tutta la FED è ora schierata nella lotta dura per riportare l’inflazione al 2%, non genericamente in quell’intorno come nel 2019, ma stavolta proprio al 2%. E direi che siamo piuttosto lontani. L’ultima volta che l’inflazione toccò questi valori, ci sono voluti due recessioni in tre anni per avvicinarsi all’obiettivo, 20 anni per arrivarci, ma dopo essere passati da una stagflazione. Stavolta Powell vuole centrare l’obiettivo molto più in fretta senza però arrivare ad una recessione o peggio ad una stagflazione. Per farlo utilizza molto bene la leva della comunicazione, che come sappiamo è molto più efficace e veloce di 50 anni fa, promettendo consistenti rialzi dei tassi in breve tempo nella convinzione che già questo generi un raffreddamento endogeno della crescita dei prezzi. Se così sarà, è possibile che alla fine dell’anno ci ritroveremo con tassi meno elevati rispetto a quelli fin qui prospettati. Viceversa se i prezzi continueranno a correre, la stretta annunciata condurrà l’economia USA verso la recessione entro 12/18 mesi. Del resto, dopo aver perso del tempo prezioso nel considerare transitoria l’inflazione e lasciare correre la crescita del PIL, al momento non vediamo molte alternative.
In altre parole, se entro agosto la crescita dei prezzi non sarà almeno la metà di quella attuale (diciamo intorno al 4%, con aspettative di ulteriori riduzioni) e con una crescita economica ancora positiva, l’intensità dell’incremento dei tassi potrebbe essere meno forte di quello annunciato. Occorrerà poi capire quale strada prenderà la politica monetaria. La scommessa di Powell è quella rendere possibile questo scenario. La domanda diventa allora se siamo disposti ad accettare una veloce recessione pur di rimettere il sistema economico lungo i binari di una crescita sostenibile. L’alternativa, almeno quella che abbiamo sperimentato storicamente, vede due decenni di alti e bassi del sistema economico.
Di fronte a queste incertezze, perché nemmeno Powell conosce al momento se la strategia avrà successo, è quella di privilegiare l’investimento a medio e lungo termine, (stile W. Buffett per intenderci) in quelle aziende in grado di offrire una redditività compatibile con il rischio di una potenziale recessione alle porte. Queste sono: le aziende dell’energia e dei materiali, insieme ai settori difensivi dell’assistenza sanitaria e dei servizi pubblici. Così come le industrie di prodotti chimici per l’agricoltura (vista la tensione nei mercati dei fertilizzanti). Ma anche l’oro e gli immobili, che storicamente hanno offerto una buona protezione in periodi inflazionistici.
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