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Insights 28 Feb 2022

Il punto sul mercato di Antonio Tognoli

Il primo esempio di investimento sbagliato? Adamo che vende il paradiso terrestre in cambio di una mela (F. Caramagna).

La montagna di denaro riversata sui mercati a seguito del Covid (secondo le nostre stime non meno di 35 trilioni di dollari) sarà gradualmente assorbita non prima dei prossimi 5 anni. E’ quindi lecito attendersi che i rendimenti nominali dei bond saranno inferiori alla loro media storica (quelli reali si avvicineranno gradualmente allo zero nei prossimi due/tre anni, pur rimanendo negativi). Non sembra però che i risparmiatori ne siano pienamene consapevoli. Da un sondaggio internazionale risulta che gli intervistati si aspettano per il 2022 rendimenti reali del 5%-7% circa, mentre i consulenti hanno aspettative molto più conservative che si fermano intorno al 2-3%.

Per chi va a caccia di rendimento, l’unica via per allontanarsi dallo zero è aumentare il rischio di portafoglio, aumentando il peso dell’equity (vale sempre la costante di Siegel). Vista l’incertezza dello scenario macroeconomico prospettico e le valutazioni raggiunte, è comunque preferibile essere prudenti. In un contesto inflazionistico e di correlazione positiva tra azioni e bond (che già di per se aumenta il rischio), occorre ripensare la classica allocazione bilanciata 60-40, aumentando l’esposizione verso l’azionario e diversificando in modo opportunistico gli investimenti, includendo asset reali e strategie più flessibili sui bond. Alternativamente, è possibile ottenere rendimento e decorrelazione anche senza aumentare necessariamente l’esposizione verso l’azionario, evitando nel breve termine la competizione con gli indici e pianificando gli investimenti nel lungo termine con la classica diligenza del buon padre di famiglia.

In un periodo di forte volatilità come quello attuale, ritengo che la ricerca di rendimento debba infatti guardare necessariamente ad un orizzonte temporale di 2-3 anni. In quest’ottica credo corretta la diversificazione di portafoglio che veda un opportuno mix geografico (i paesi emergenti per esempio continueranno ad emergere e secondo il nostro modello potrebbero esprimere rendimenti nell’intorno del 10% l’anno in dollari) e un approccio bottom up, andando a privilegiare titoli con elevato e sostenibile dividend yield, che producono cassa e che hanno una redditività prospettiva superiore a quella media del proprio settore di riferimento.

Non esiste ovviamente un modo per raddoppiare in poco tempo il proprio denaro, magari senza rischio. Saremmo tutti ricchi se esistesse o semplicemente il denaro perderebbe il proprio valore.