Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Un singolo fiocco di neve può piegare una foglia di bambù” (Proverbio cinese)
L’esercito non starà a guardare. Questa la risposta del Governo cinese alla visita lampo della speaker della Camera USA Nancy Pelosi nell’isola di Taiwan. L’agenda prevede incontri con le istituzioni e associazioni locali per i diritti umani. Una scelta definita “attacco alla sovranità nazionale” dalle autorità del gigante asiatico, che risponde con una serie di esercitazioni militari al confine tra i due Paesi. Manovre però previste da tempo. I mercati hanno reagito inizialmente male per poi recuperare le perdite, sia per il venire meno dei rischi che sulle crescenti aspettative di un consolidamento della politica monetaria restrittiva da parte della FED. I primi ad esprimersi sono stati gli analisti di JP Morgan: se non ci saranno nuove tensioni geopolitiche il mercato continuerà a correre. Non dimentichiamoci che Taiwan è uno dei principali produttori di chip al mondo. Merce rara che potrebbe condizionare anche l’andamento della congiuntura, soprattutto nei paesi produttori di automobili come la Germania.
Il rally vuole accelerare
L’inflazione è ancora troppo alta, e il ns lavoro non è finito. Questa la sintesi delle dichiarazioni di alcuni componenti del consiglio direttivo della FED. L’ipotesi che sta prendendo piede è un rialzo di 50 punti in occasione della riunione della banca centrale a settembre. Solo un mese fa il consensus si aspettava +75 senza escludere un +100 punti. Per gli ottimisti quindi l’inflazione, in USA ha raggiunto un picco, ci sarà un soft landing sui tassi così come sulla revisione dei profitti da parte delle società di Wall Street nel prossimo trimestre. Il grande punto interrogativo resta l’inflazione anche considerato che i passi intrapresi da Jerome Powell non vengono giudicati completamente efficaci. Molta attenzione quindi ai dati macro in uscita: oggi alle 16 l’indice ISM non manifatturiero a luglio, visto in calo sulla rilevazione precedente: 53,5 punti da 55,3. Mentre venerdì sarà la volta dei dati sul mercato del lavoro americano: buste paga e tasso di disoccupazione. Se i posti di lavoro diminuiranno, allora la reazione del mercato potrebbe essere brillante. Non dimentichiamoci che l’S&P è salito del 4% solo per avere iniziato a percepire che ci stiamo avvicinando a una posizione neutrale sui tassi.
Rendimenti “quasi” da favola
Luglio è stato un mese positivo per tutte le asset class, a differenza di quanto avvenuto nei sei mesi precedenti. Un movimento che ha riflesso le prospettive di una inversione della politica monetaria. Tecnicamente gli USA sono in recessione, anche se il dato potrebbe essere oggetto di revisione in occasione delle prossime rilevazioni. Resta il fatto che gli investitori iniziano a vedere il bicchiere mezzo pieno come mostra la stabilizzazione in corso sul mercato obbligazionario. Un segnale anticipatore, anche per il comparto azionario. Nel corso delle ultime 6 settimane, complice anche l’intervento della BCE sul nuovo meccanismo di stabilizzazione degli spread, i tassi sui Titoli di Stato, sulle lunghe scadenze, sono calati molto: il Bund dall’1,8% allo 0,7%, il BTP dal 4%, a meno del 3%. Chi è quindi riuscito a consolidare una cedola del 4% sul BTP a 10 anni, ha probabilmente fatto un ottimo acquisto. La componente obbligazionaria nei Titoli di Stato rappresenta in generale l’asset class da privilegiare in questa fase all’interno di un portafoglio ben diversificato.