Il punto sul mercato di Antonio Tognoli
Forse ci sono tempi più belli, comunque questo è il nostro (J.P. Sartre).
ISM manifatturiero USA di marzo in uscita oggi alle 16:00 (stime 58 punti contro 56,5 di febbraio). Quali sono i temi macroeconomici da monitorare nei prossimi mesi per decidere dove investire? Sono tre: l’inflazione, la crescita e il comportamento delle banche centrali. Sull’inflazione abbiamo la netta sensazione che i modelli economici cui si faceva riferimento per valutarne le aspettative, diano al momento segnali quantomeno contrastanti. Del resto, il sistema monetario non aveva mai storicamente sperimentato una politica monetaria così lungamente accomodante e con tassi reali persistentemente negativi. Anche le Banche Centrali sono state ingannate credendo ad una crescita dei prezzi transitoria per poi ravvedersi dichiarandola duratura. La cosa certa che ci sentiamo di affermare è che probabilmente non si tornerà tanto facilmente ai livelli pre-crisi, complici le strozzature delle catene di approvvigionamento, il rialzo dei prezzi dell’energia e il rialzo dei tassi di interesse. Nel medio periodo torneremo sicuramente su livelli di inflazione compatibili con la crescita economica, ma non è scontato come ci arriveremo.
Per quanto riguarda la crescita economica, ci siamo forse illusi che dopo il rimbalzo del 2021 le economie potessero planare verso una crescita sostenibile accompagnata da un’inflazione sotto stretto controllo delle Banche Centrali. La crescita economia mondiale per la verità rimane positiva e nell’intorno del 3%, ma non possiamo illuderci troppo di essere alla vigilia di un nuovo miracolo economico. Il graduale rientro degli stimoli monetari porterà ad un ridimensionamento dei tassi di crescita dell’economia. Il punto è capire quanto la politica economica (monetaria e fiscale) riuscirà a pilotare il sistema verso tassi di crescita del PIL e dei prezzi sostenibili.
Da soggetti monotoni, a partire dal 2008 le Banche Centrali sono diventate le protagoniste della scena economica e finanziaria ridefinendo la propria strategia comunicativa e di intervento. Nel 2022 le scelte delle Banche Centrali dovranno essere orientate alla ricerca di un nuovo e delicato equilibrio tra la dinamica dei prezzi e la crescita economica che vede quest’ultima in rallentamento, unita ad una persistente inflazione e una scarsità di materie prime.
Quale strategia seguire per gli investimenti. Per cominciare è fondamentale costruire il portafoglio avendo ben chiari i propri obiettivi, sia in termini di rischio/rendimento sia in termini temporali, in modo da non subire il mercato in modo pro-ciclico. Chiarito questo, riteniamo che una buona diversificazione del rischio possa mettere al riparo il portafoglio di lungo periodo da shock esterni. In questa fase riteniamo corretta una strategia bottom up che vada a privilegiare i titoli di quelle società che producono cassa, hanno una redditività mediamente superiore a quella del proprio settore di riferimento e posseggono la leadership nel mercato nel quale operano. Da non sottovalutare inoltre le assets class value, quali per esempio oro e immobili.
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