Il punto sul mercato di Antonio Tognoli
Frije ‘e pisce e guarda ‘a jatta (Anonimo Napoletano).
Dati USA in uscita oggi alle 13:30: tasso di disoccupazione di ottobre (stima 4,7% contro 4,8 di settembre) e variazione occupati di ottobre (stima 413k contro 194k di settembre). Dopo la decisione di Powell di iniziare da questo mese il tapering per US 15 miliardi al mese, in linea con le attese degli investitori, l’incertezza si sposta sulle decisioni che verranno prese fra giugno e luglio prossimi a tapering terminato (supposto che questo sia lineare). In altre parole, i tassi rimarranno fermi per un certo periodo oppure si procederà al primo degli aumenti? Chiaro che la risposta dipende da come l’attività economica evolverà negli otto mesi che ci separano dalla fine degli acquisti. Una flessione pilotata della crescita del PIL verso il suo potenziale (2-2,5%) che si accompagni ad una riduzione dell’inflazione e al mantenimento della piena occupazione, sono tra gli obiettivi della FED e variazioni che allontanino il sistema economico dagli obiettivi fissati, verranno immediatamente corrette. Ma non è un compito facile dosare la liquidità del sistema in modo da consentire una riduzione del tasso di crescita del PIL e dell’inflazione, mantenendo la piena occupazione. Non è facile non solo perché gli obiettivi da raggiungere sono diversi, ma anche perché il loro raggiungimento impone di sperimentare nuovi strumenti di politica monetaria dal risultato non completamente scontato. La paura degli investitori sta proprio nell’incertezza delle decisioni che verranno prese: dati economici “troppo positivi” potrebbero far propendere la FED ad aumentare i tassi troppo presto rispetto al consolidamento della ripresa economica, stroncandola. Dall’altra parte, un aumento dei tassi tardivo potrebbe far crescere i prezzi più velocemente delle attese e di quanto una equilibrata crescita dell’attività economica suggerirebbe. Fino ad ora la FED e l’Amministrazione USA hanno dato prova di agire tempestivamente. Non ci sono quindi motivi per i quali non possano continuare a farlo.
Riteniamo probabile che la fine del tapering possa essere seguita da una fase transitoria di 6/8 mesi nel corso dei quali verrà monitorato il consolidamento delle ripresa economica, ma che non vedrà un aumento dei tassi, quanto l’uso di altri strumenti di politica monetaria. Se questo scenario fosse confermato, siamo all’inizio del 2023, dove l’aumento dei tassi sancirà definitivamente la fine dell’emergenza finanziaria. I mercati, come noto, tendono a muoversi in anticipo rispetto agli eventi e già oggi dovrebbero ri-cominciare a fare i conti con la crescita degli utili, piuttosto che con un eccesso di liquidità. I primi nove mesi dell’anno, stanno confermando la tendenza di crescita sia degli utili che della redditività delle società già emersa nel primo semestre. Gli indici potrebbero quindi continuare la positiva performance anche nei prossimi mesi, ma riteniamo con minore vigore rispetto a quello attuale.
-
Tognoli
Torna a Tognoli