Il punto sul mercato di Antonio Tognoli 03.09.2021
The pessimist complains about the wind; the optimist expects it to change; the realist adjusts the sails.
Il mondo cambia e si evolve, ora in positivo ora in negativo. Di fronte ai cambiamenti di politica economica attesi nei prossimi mesi, quali sono gli aggiustamenti di portafoglio in grado di minimizzare il rischio e massimizzare il rendimento dell’investimento?
Grazie ai vaccini l’economia mondiale nel 2021 chiuderà in forte ripresa rispetto allo scorso anno ma il divario di crescita tra gli Stati Uniti e l’Europa si è allargato. Le attese indicano una crescita del GDP USA del 6,7% nel 2021 e del 5,2% nel 2022. La zona euro non riuscirà a tenere il passo: le previsioni di crescita sono del 4,2% per il 2021 e del 4,6% per il 2022. I mercati emergenti saranno probabilmente alla pari con gli Stati Uniti in termini di crescita prevista.
Crescita economica robusta, riduzione degli stimoli monetari e inflazione. Va da se che gli interventi delle Banche Centrali e dei governi rispetto ai due anni trascorsi, anche se graduali, saranno di portata completamente diversa e, come sempre avviene nei cambiamenti, porteranno ad un aumento della volatilità dei mercati. La decisione è quindi se, con la componente azionaria del portafoglio, rimanere investiti in aziende ben conosciute e che posseggono precise caratteristiche (leadership, redditività in crescita e produzione di cassa) sullo stile W. Buffet per intenderci, oppure ridurre drasticamente la componente long del portafoglio e aumentare le operazioni di trading, seguendo la volatilità dei mercati. Probabilmente la strategia vincente sta nel mezzo. Crediamo che una larga componente di portafoglio (riteniamo fino al 70%) debba essere investita in titoli che rispondono ai criteri richiamati, una parte minore (fino al 20%) destinata al trading e fino al 10% investito in strumenti monetari a breve.
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