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Insights 10 Dic 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

«La storia non si ripete, ma spesso fa rima» (Mark Twain)

Le Borse europee hanno chiuso per lo più in calo la seduta di mercoledì con lo STOXX 600 +0,1%, FTSE 100 +0,1%, DAX in lieve flessione, CAC in arretramento e FTSE Mib a -0,25%. Il focus resta sul movimento dei rendimenti obbligazionari globali, balzati ai massimi da 16 anni. Il motivo è la progressiva uscita delle banche centrali da una “postura morbida”. Alcuni membri della BCE hanno mostrato un cambio di tono: Schnabel si è detta «piuttosto a suo agio» con l’idea che la prossima mossa possa essere un rialzo, non un taglio. Anche Šimkus ha ribadito che non vede la necessità di ulteriori riduzioni dei tassi, vista la tenuta dell’attività economica e un’inflazione vicina al 2%. Questo linguaggio ha provocato una violenta riprezzatura sui mercati obbligazionari, con il biennale tedesco che ha registrato il maggior aumento giornaliero dal mese di luglio. Dati macro migliori del previsto, tra cui un indice dell’attività economica ai massimi da 30 mesi, produzione industriale tedesca superiore alle attese e un’inflazione dell’area euro risalita al 2,2%, rafforzano la narrativa di una BCE meno propensa a tagliare. Solo Villeroy ha provato a raffreddare l’ipotesi rialzista, ma l’assenza di riferimenti a nuovi tagli rappresenta comunque una svolta significativa.

Fed meno severa del previsto e mercati in rialzo

A Wall Street chiusura positiva con Dow +1,05%, S&P 500 +0,68%, Nasdaq +0,33% e Russell 2000 +1,32%. La riunione della Federal Reserve ha prodotto un taglio dei tassi di 25 punti base, tre dissensi interni e una modifica alla comunicazione futura. È stata annunciata anche l’intenzione di acquistare $40 miliardi al mese di titoli di Stato a breve, misura letta come supportiva per la liquidità. Powell è apparso meno rigido del previsto, attenuando parte delle tensioni arrivate nei giorni scorsi dal fronte delle banche centrali globali, più orientate a politiche restrittive. Il comparto tecnologico resta al centro del dibattito, in vista di aggiornamenti rilevanti sul fronte dell’intelligenza artificiale, con nuove versioni di modelli avanzati e risultati societari imminenti. Sullo sfondo, forte attività di buyback societari con autorizzazioni per oltre $20 miliardi, segnale di fiducia delle aziende nella propria generazione di cassa.

Private equity, primi segnali di disgelo

Dopo anni di difficoltà nel cedere partecipazioni a valutazioni soddisfacenti, il mercato del private equity mostra i primi segnali di riattivazione. Secondo il direttore finanziario di Goldman Sachs, le operazioni promosse dai fondi stanno ripartendo, con volumi annunciati in aumento di circa 40% da inizio anno. Le recenti tensioni geopolitiche e la guerra commerciale americana avevano frenato molte decisioni, ma ora diversi operatori segnalano un progressivo sblocco del deal flow. Si tratta di un indicatore rilevante perché la riapertura del mercato delle exit consente ai fondi di restituire capitale agli investitori e riattivare la catena di fundraising, con effetti potenzialmente positivi anche sui mercati quotati.