Il punto sul mercato di Integrae SIM

«Nulla è più difficile da prevedere del futuro, ma ignorarlo non è mai un’opzione» (Niels Bohr)
Le borse europee hanno chiuso in lieve rialzo una seduta orfana di Wall Street, con lo Stoxx 600 a +0,1%, il FTSE 100 invariato, il DAX a +0,2%, il CAC invariato e il FTSE Mib a +0,2%, proseguendo il recupero della seduta precedente. Il mercato continua a essere guidato da un ritorno di interesse per i titoli più ciclici e tecnologici, grazie al rimbalzo delle aspettative su un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve già a dicembre. In secondo piano si attenuano i timori sulla cosiddetta “bolla” dell’intelligenza artificiale, con analisti che leggono la domanda come ancora solida. Contesto più favorevole anche per l’Europa, dove gli indicatori anticipatori puntano a un quadro macro relativamente benigno per l’area euro. L’indebolimento dell’euro e l’attenuarsi dell’impatto dei dazi migliorano la competitività delle imprese esportatrici. A sostenere il sentiment contribuisce anche un clima geopolitico meno teso: il Presidente russo Putin ha definito la proposta statunitense per un possibile accordo sulla guerra in Ucraina una base “potenziale” per trattative future, pur rimandando ai dettagli operativi.
Verbali BCE: quadro stabile e nessun cambio di rotta in vista
I verbali della riunione della Banca Centrale Europea di ottobre indicano un contesto sostanzialmente invariato rispetto alle ultime proiezioni di settembre. Gli esponenti del Consiglio hanno giudicato i nuovi dati coerenti con il percorso atteso dell’inflazione. Le prossime previsioni di dicembre, che per la prima volta includeranno il 2028, non dovrebbero discostarsi molto da quelle precedenti. La BCE continua a prevedere un’inflazione sotto il 2 per cento nel 2026, ma un ritorno pieno al target nel 2027. I rischi restano bilanciati: alcuni membri temono un euro più forte, un impatto legato ai commerci globali e una domanda interna più debole, mentre altri evidenziano come alcune stime esterne suggeriscano pressioni al rialzo sui prezzi. Dai verbali emergono anche indicazioni sulla futura strategia: diversi membri ritengono che il ciclo di tagli sia concluso e che la politica monetaria non vada modificata senza una deviazione significativa dal target di inflazione. Allo stesso tempo, viene sottolineata l’importanza di mantenere un approccio aperto e basato sui dati. Tutto questo rafforza l’idea che la BCE resterà ferma per alcuni mesi.
Negli Stati Uniti tornano le attese di un taglio dei tassi già a dicembre
Negli Stati Uniti, le aspettative sui tassi hanno effettuato una brusca inversione. Solo una settimana fa molti analisti ritenevano che la mancanza di dati economici ufficiali, dovuta alla chiusura prolungata delle attività governative, avrebbe costretto la Federal Reserve a rinviare qualsiasi decisione al prossimo anno. Ora, invece, alcune delle principali case di investimento, tra cui JPMorgan, prevedono che la banca centrale possa tagliare i tassi già nel meeting di dicembre. La nuova valutazione riflette anche il posizionamento del mercato dei derivati, dove gli operatori stanno attribuendo una probabilità superiore all’ottanta per cento a una riduzione dei tassi di un quarto di punto. Questo cambio di passo è legato all’indebolimento del mercato del lavoro e al calo della fiducia dei consumatori, due elementi che potrebbero convincere la Fed ad agire prima del previsto per sostenere l’economia.