Il punto sul mercato di Integrae SIM

«La misura è ciò che distingue la forza dalla violenza.» (Confucio)
Le borse europee hanno chiuso in calo la seduta di martedì: STOXX 600 -0,3%, FTSE 100 +0,1%, DAX -0,8%, CAC -0,5%, FTSE Mib +0,09%. Nessun catalizzatore preciso dietro la flessione, attribuita piuttosto a prese di profitto e preoccupazioni sulle valutazioni dopo il recente rally. A pesare è stato anche il tono più aggressivo dei commenti della Federal Reserve, che ha raffreddato le aspettative di ulteriori tagli dei tassi negli Stati Uniti. L’attenzione resta inoltre sui rischi legati al debito connesso all’AI, sulla tenuta delle big tech e sull’ampiezza della recente corsa dei listini.
Sul fronte macro, il calo degli ordini di fabbrica USA e la sospensione di diversi dati economici per via dello shutdown governativo hanno contribuito al clima d’incertezza. In Europa, le notizie sono state scarse: la presidente Christine Lagarde ha ribadito che la politica monetaria della BCE “è in una buona posizione”, confermando l’approccio di attesa. Nel Regno Unito, il Cancelliere Reeves non ha escluso un aumento dell’imposta sul reddito in vista del prossimo bilancio, mentre in Germania cresce il malcontento sul ritmo degli investimenti pubblici, secondo Handelsblatt.
Pressione sulle big tech
A Wall Street, gli indici hanno chiuso in ribasso: Dow -0,53%, S&P 500 -1,17%, Nasdaq -2,04%, Russell 2000 -1,78%. Il calo segue una partenza di settimana contrastata, con il Nasdaq penalizzato dalle vendite sui titoli tecnologici e dai timori sulle valutazioni.
Le big tech hanno guidato la correzione: Tesla e Nvidia sono risultate le principali zavorre tra le Magnifiche 7, mentre Palantir, nonostante risultati record, ha registrato forti prese di profitto. Andamento simile per Shopify e Uber, a conferma della crescente cautela del mercato verso multipli elevati.
Le parole dei CEO di Wall Street al vertice di Hong Kong, che hanno espresso preoccupazioni sulle valutazioni eccessive, hanno accentuato la debolezza. Restano tuttavia alcuni elementi positivi: stagionalità favorevole, riavvio dei buyback, M&A vivace e stagione degli utili ancora sopra le attese. I listini sembrano quindi attraversare una fase di consolidamento fisiologica, con gli investitori retail pronti a “comprare sui ribassi” come già visto nei mesi scorsi. Ma il rally di fine anno?
Shutdown record e rischio di impatto economico
Lo shutdown federale ha raggiunto i 35 giorni, eguagliando il record del 2018-2019, senza segnali concreti di accordo. Il leader della maggioranza al Senato, John Thune, ha espresso ottimismo su un’intesa entro la settimana, ma le divisioni restano profonde.
Secondo Politico e Axios, i negoziati ruotano intorno a un compromesso bipartisan che estenderebbe i crediti d’imposta ACA per due anni, ma la leadership democratica non ha ancora dato il via libera, e diversi repubblicani si oppongono all’estensione della continuing resolution fino al 2026.
Le ricadute operative cominciano a farsi sentire: oltre 3.000 voli sono stati ritardati lunedì per assenze tra i controllori di volo, mentre il programma di assistenza alimentare SNAP ridurrà della metà i sussidi mensili a milioni di beneficiari. Con la macchina statale parzialmente paralizzata e la pubblicazione dei dati macro sospesa, la preoccupazione cresce: un shutdown prolungato rischia di intaccare la fiducia dei consumatori e rallentare la crescita nel quarto trimestre.