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Insights 8 Ott 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

«La speranza è la forza dei tempi difficili.» (Jean Monnet)

Le borse europee hanno chiuso la seduta di mercoledì in positivo: STOXX 600 +0,8%, FTSE 100 +0,7%, DAX +0,9%, CAC +1%, FTSE Mib +0,96%. Il clima resta però dominato dalle incertezze politiche francesi, con Emmanuel Macron alla ricerca di un compromesso con i partiti ed evitare un aggravamento della crisi politica e l’esplosione del debito pubblico.

I principali partiti d’opposizione hanno chiesto la nomina di un premier di loro scelta, lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e, in alcuni casi, le dimissioni dello stesso Macron. La stampa francese sottolinea inoltre il rischio di mancato rispetto della scadenza del 13 ottobre per la presentazione della legge di bilancio al Parlamento.

La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha dichiarato che le istituzioni europee stanno monitorando la crisi francese, auspicando che venga formato un governo capace di approvare una legge di bilancio credibile. Intanto, il membro dovish Rehn ha segnalato rischi al ribasso per l’inflazione, alimentando le speculazioni su un possibile prolungamento della politica monetaria accomodante (nel parleremo in dettagli nell’ultimo paragrafo). In Germania, la produzione industriale ha registrato un calo significativo, trainato dal peggioramento nei settori automotive e della meccanica, segnale che la ripresa dell’industria tedesca resta fragile nonostante l’attenuarsi delle pressioni sui costi energetici.

Nuovi record per S&P e Nasdaq, in rialzo l’ottimismo sull’AI

A Wall Street la seduta di mercoledì si è chiusa con un tono costruttivo: Dow invariato, S&P 500 +0,58%, Nasdaq +1,12%, Russell 2000 +1,04%. S&P e Nasdaq hanno toccato nuovi massimi storici, sostenuti dai titoli tecnologici e in particolare da Nvidia, protagonista tra le magnifiche sette.

Dopo una giornata priva di catalizzatori macro, il mercato ha trovato supporto nel rimbalzo del comparto AI, che ha compensato le prese di beneficio di inizio settimana. La narrativa di fondo rimane positiva, con attenzione alla combinazione di tagli dei tassi Fed, assenza di recessione e stagionalità positiva nel quarto trimestre.

Il contesto di bassa volatilità, l’aumento delle operazioni di M&A, il miglioramento del sentiment sugli utili del terzo trimestre e la prossimità alla fine del quantitative tightening (QT) sono tra i principali elementi di supporto del bull market. Tuttavia, permangono alcuni fattori di cautela: inflazione persistente, rischi commerciali e fragilità dei consumi delle fasce di popolazione a basso reddito.

Parallelamente, il forte rialzo dell’oro continua a rappresentare un segnale di tensioni geopolitiche e di copertura macro, anche se per ora con effetti limitati sui mercati azionari statunitensi.

I trader scommettono su nuovi tagli BCE entro metà 2026

Secondo Bloomberg, questa settimana si è registrato un incremento dell’attività da parte dei trader che puntano su ulteriori tagli dei tassi BCE entro la metà del 2026. In particolare, sono stati aperti posizionamenti per tre riduzioni da 25 punti base ciascuna (totale 75 bps) entro giugno, contro i soli 10 punti base attualmente scontati dai mercati monetari.

Nonostante alcuni membri della BCE abbiano sottolineato i rischi di inflazione inferiore alle attese, la maggioranza dei policymaker ritiene che il ciclo di allentamento monetario sia ormai quasi concluso. Alcuni economisti di minoranza, tuttavia, non escludono che la prossima mossa possa essere un rialzo dopo un lungo periodo di stabilità.

Le previsioni interne della BCE stimano un’inflazione all’1,7% nel 2026 e all’1,9% nel 2027, con la componente core sotto il target nel medio termine. Lagarde ha tuttavia precisato che il Consiglio direttivo non reagirà a deviazioni marginali dal target del 2% e ha espresso ottimismo sul miglioramento del quadro di crescita.

Gli indicatori anticipatori tratti da indagini su imprese e famiglie confermano un contesto inflazionistico in attenuazione e un progressivo rafforzamento dell’attività economica, rafforzando l’idea che l’Europa stia entrando in una fase di stabilizzazione moderatamente espansiva. I mercati festeggiano.