Il punto sul mercato di Integrae SIM

“La speranza non è ottimismo, è la capacità di lavorare per ciò che sembra impossibile.” (Václav Havel)
Le borse europee hanno chiuso la seduta di giovedì in territorio positivo: STOXX 600 +1,2%, FTSE 100 +1,1%, DAX +1%, CAC +0,9%, FTSE Mib +0,83%.
Sul fronte macro, l’inflazione dell’Eurozona è salita al 2,2% su base annua, in linea con le attese, mentre la componente core è risultata superiore alle stime, alimentando discussioni sulle prospettive di politica monetaria. Il PMI manifatturiero è stato rivisto leggermente al rialzo rispetto alla lettura flash, pur restando al livello più basso degli ultimi due mesi.
Nel Regno Unito, l’Institute of Directors ha registrato un crollo della fiducia economica a un minimo storico, segnalando preoccupazioni diffuse per i costi e l’aumento delle tasse. L’indice Nationwide sui prezzi delle case ha mostrato invece un lieve incremento.
Sul piano delle banche centrali, la presidente Lagarde ha ribadito che la linea della BCE non è fissa e che resta la disponibilità ad agire se necessario. Allo stesso tempo, le dichiarazioni dei policymaker della Bank of England hanno evidenziato divisioni sul percorso dei tassi. Sul fronte politico, la stampa ha riportato l’intenzione del cancelliere Reeves di eliminare il limite dei due figli per i sussidi familiari nella prossima legge di bilancio. In Germania, il governo ha approvato riforme per risparmiare €16 miliardi grazie a tagli nella burocrazia.
Wall Street in rialzo con il supporto dei dati sul lavoro
Negli Stati Uniti, le borse hanno chiuso in territorio positivo con l’S&P 500 che ha terminato con il quarto rialzo consecutivo, vicino a un nuovo massimo storico, mentre il Nasdaq ha confermato il momentum positivo. La narrativa di mercato resta sostenuta dal repricing in ottica più “colomba” da parte della Fed, dopo i dati deboli sul mercato del lavoro: il rapporto ADP sull’occupazione privata ha mostrato un rallentamento e segue il dato JOLTS di martedì, che ha evidenziato il tasso di assunzioni più debole da giugno 2024.
Tra i titoli, Tesla ha guidato i rialzi, mentre Meta ha sottoperformato. Sul fronte del commercio internazionale, il Governo statunitense ha parlato di soluzioni alternative per mantenere in vigore la politica tariffaria qualora la Corte Suprema dichiarasse illegittime le misure legate al programma di dazi. Intanto, la Corte Suprema ha negato al presidente Trump la possibilità di rimuovere subito la governatrice Cook, rinviando la decisione all’udienza di gennaio.
Shutdown USA: un rischio crescente per i mercati
Lo scenario politico americano resta teso con il rischio di shutdown che si è definitivamente concretizzato. I Democratici cercano di utilizzare la loro limitata forza parlamentare per costringere i Repubblicani a cancellare i tagli alla sanità introdotti dal pacchetto fiscale della Casa Bianca.
Il braccio di ferro si è irrigidito martedì con l’avvicinarsi della scadenza, aumentando i timori di paralisi amministrativa. L’amministrazione Trump minaccia licenziamenti di massa nel settore pubblico, che si sommerebbero alle decine di migliaia di posti già eliminati quest’anno, rischiando di spingere le richieste di sussidi di disoccupazione a nuovi massimi in un mercato del lavoro già fragile.
Per gli investitori, le implicazioni principali riguardano le prospettive occupazionali e il percorso dei tassi di interesse. Un eventuale prolungamento dello shutdown potrebbe compromettere la corsa rialzista dei mercati, accentuando le incertezze su crescita e inflazione, in un contesto che molti giudicano già disallineato rispetto alla realtà macroeconomica.