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Insights 17 Set 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“La vita è troppo seria per essere presa sul serio.” (Robert Redford)

I mercati azionari europei hanno chiuso la seduta di martedì in calo: STOXX 600 -1,1%, FTSE 100 -0,9%, DAX -1,8%, CAC -1%, FTSE Mib -1,3%. L’attenzione si è concentrata sulla prospettiva di un possibile stop al ciclo di tagli dei tassi da parte della Bank of England. Con l’inflazione tornata a salire e vista in ulteriore accelerazione nei prossimi mesi, diversi analisti, tra cui Santander, Schroeders e Pantheon Macroeconomics, hanno segnalato la possibilità che il Bank Rate resti al 4% per un periodo prolungato. Il taglio atteso questa settimana appare quindi poco più che formale, con il focus spostato sulle decisioni relative al programma di quantitative tightening. Una riduzione del ritmo delle vendite di titoli potrebbe infatti influenzare la curva dei rendimenti e, indirettamente, la politica fiscale. Tuttavia, i policymaker si mostrano sempre più preoccupati per i rischi di second round effects che potrebbero alimentare nuove pressioni sui prezzi. Si allentano invece le tensioni sulla crisi politica in Francia con il differenziale di tasso rispetto all’Italia che si allargando a favore dei bond transalpini.

Wall Street cauta in attesa della Fed

Negli Stati Uniti, la seduta di ieri si è chiusa con un tono debole: Dow -0,27%, S&P 500 -0,13%, Nasdaq -0,07%, Russell 2000 -0,09%. Gli indici hanno preso fiato dopo i massimi di inizio settimana, con un mercato in attesa della riunione del FOMC di oggi. Gli operatori danno ormai per scontato un taglio di 25 punti base, mentre resta remota l’ipotesi di una riduzione di mezzo punto. Sul fronte politico, la Corte d’Appello ha bloccato il tentativo del presidente Trump di rimuovere la governatrice Lisa Cook, mentre il Senato ha confermato Stephen Miran al Board, consentendogli di partecipare già alla riunione in corso. Dal lato macro, i dati più caldi, vendite al dettaglio e prezzi all’import, non hanno modificato le aspettative di breve periodo. Il mercato continua a credere che la resilienza dei consumi possa sostenere l’economia, nonostante i segnali di debolezza del mercato del lavoro.

Politica e banche centrali, il nuovo rischio per i mercati

Il dibattito resta acceso sulla politicizzazione della Federal Reserve. Negli ultimi mesi, il presidente Trump ha intensificato le pressioni sull’istituto centrale, arrivando a cinque mesi consecutivi di attacchi personali al governatore. L’analista David Kelly di JPMorgan Asset Management ha avvertito che i tagli ai tassi, se percepiti come il frutto di condizionamenti politici, rischiano di indebolire azioni, obbligazioni e dollaro. Un taglio guidato più dalla volontà politica che dall’analisi macroeconomica introdurrebbe infatti un nuovo livello di rischio sistemico, erodendo la credibilità della banca centrale. Per i mercati, già galvanizzati dal recente rally e dal tema AI, si tratta di un monito importante: la ricerca di rendimento potrebbe lasciare spazio a una fase di maggiore cautela e diversificazione, soprattutto in un contesto di stagflazione e tensioni geopolitiche.