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Insights 9 Set 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“La democrazia è il peggiore dei sistemi, eccezion fatta per tutti gli altri.” (Winston Churchill)

I mercati azionari europei hanno chiuso in rialzo la prima seduta della settimana e vicino ai massimi: STOXX 600 +0,6%, FTSE 100 +0,1%, DAX +1%, CAC +0,9%, FTSE Mib +0,28%. Gli operatori guardano con attenzione agli sviluppi politici francesi, dove il primo ministro Bayrou è stato sfiduciato dall’Assemblea nazionale con 194 voti a favore contro 364. È la terza caduta di governo in poco più di un anno. Il presidente Macron dovrà ora decidere se cercare una nuova maggioranza o sciogliere il parlamento. Le Pen e Mélenchon spingono per nuove elezioni, ma l’Eliseo potrebbe optare per un governo tecnico capace di approvare la legge di bilancio.

Nel Regno Unito, il primo ministro Starmer ha avviato un rimpasto di governo dopo le dimissioni del vicepremier Rayner, coinvolto in un’inchiesta fiscale. Sul fronte macro, la produzione industriale tedesca è salita oltre le attese, ma il surplus commerciale si è ridotto per effetto del calo delle esportazioni. Nel Regno Unito, l’indagine congiunta di KPMG e REC ha segnalato la crescita dei salari più lenta dalla pandemia e un ulteriore calo della domanda di lavoratori.

Wall Street: seduta piatta ma nuovi massimi per il Nasdaq

A New York la seduta di lunedì è stata priva di spunti direzionali, ma positiva: Dow +0,25%, S&P 500 +0,21%, Nasdaq +0,45%, Russell 2000 +0,16%. L’indice tecnologico ha segnato una nuova chiusura record. I mercati restano in attesa dei dati sull’inflazione statunitense in uscita giovedì (CPI di agosto). Tra i temi favorevoli: attese di allentamento della Fed, revisioni al rialzo sugli utili, resilienza dei consumi, investimenti in intelligenza artificiale e buyback societari.

Sul fronte opposto, gli operatori segnalano rischi legati a un’inflazione ancora elevata, incertezza sui dazi, fragilità stagionale, pressione sui rendimenti obbligazionari e instabilità geopolitica. La narrativa resta divisa, con segnali di raffreddamento del mercato del lavoro, ma ancora non sufficienti a giustificare un taglio dei tassi di 50 punti base già alla prossima riunione.

Banche centrali e dazi: occhi su Fed e tensioni USA-Cina

Resta alta l’attenzione sull’indipendenza della Federal Reserve. Secondo l’economista Bessent, l’eccessivo uso di misure non convenzionali avrebbe esposto la banca centrale a pressioni politiche, in particolare da parte dell’amministrazione Trump. Sul fronte commerciale, si torna a parlare di nuove tariffe su acciaio e alluminio. Gli Stati Uniti e il Giappone sarebbero vicini a un’intesa sull’automotive, mentre Trump cerca una revisione rapida alla Corte Suprema del ricorso sui dazi previsti dall’IEEPA.

Segnalata ulteriore attenzione sul comparto tech e sull’AI, con evidenze contrastanti: da un lato aggiornamenti positivi su Amazon e Anthropic, dall’altro preoccupazioni su investimenti eccessivi in hardware, concorrenza cinese e risultati deludenti da alcuni player.