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Insights 14 Lug 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“La fiducia dei mercati vive di certezze, ma muore al primo aumento di un dazio.” (Paul Samuelson)

Tanto tuonò che arrivarono i dazi. Il clima del commercio mondiale si è nuovamente surriscaldato dopo l’annuncio, a mercati chiusi Trump: dal 1° agosto scatterà un dazio 35 % sul Canada, indipendente dalle tariffe settoriali già in vigore. Il presidente ha inoltre inviato una lettera all’UE fissando le tariffe doganali al 30%, ben oltre l’attuale linea-guida del 10 % e le aspettative dei negoziatori dell’Unione. Trump ha anche minacciato ritorsioni in caso di reazioni. La Commissione europea è stata completamente spiazzata e i Governi dell’Unione sono spaccati sull’approccio di tenere a quella che viene definita l’ennesima provocazione del Presidente Usa. L’escalation rompe una breve tregua in cui i mercati avevano minimizzato le precedenti “lettere tariffarie”, giudicandole irrilevanti per volume di scambi. Sullo sfondo, intanto, resta tesa la relazione UE-Cina: le due parti si accusano a vicenda di limitare l’accesso alle terre rare in vista del vertice di fine mese, aggiungendo un ulteriore fronte di incertezza. Le Borse aperte nel week-end, Tel Aviv e Riad, hanno chiuso in rosso mentre il bitcoin tocca nuovi massimi. Segnali di risk-on.

BCE: Schnabel resta falco, Lane concede spiragli per un taglio a settembre

In ambito monetario, l’esponente tedesca Isabel Schnabel ha dichiarato a Bloomberg/Reuters che occorrerebbe “una deviazione significativa” sotto il target di inflazione al 2 % per legittimare ulteriori tagli dei tassi, segnalando fiducia nella postura attuale. Al contrario, il capo-economista Philip Lane ha ricordato la necessità di “condizioni di finanziamento favorevoli” e ha lasciato aperta la porta a un taglio di 25 bp a settembre se i rischi disinflazionistici esterni, petrolio in calo, euro forte, export cinese deflattivo e incertezze sui dazi USA, dovessero intensificarsi. Un’analisi Natixis vede l’inflazione dell’Eurozona al 2 % nel 2025 e 1,9 % nel 2026, grazie a salari in normalizzazione: scenario che rafforza la fazione “colomba” guidata, fra gli altri, dall’italiano Panetta.

JPMorgan monetizza i dati: nuova stangata per il modello fintech

Sul fronte corporate, JPMorgan ha comunicato ai data-aggregators fintech un listino di commissioni dell’ordine di “centinaia di milioni” di dollari per l’accesso ai conti correnti dei clienti. Le tariffe, differenziate per tipologia d’uso e particolarmente salate per i servizi di pagamento, in alcuni casi eccederanno di 1 000 % i ricavi attuali per transazione. Piattaforme come Venmo, Coinbase o Robinhood, finora abituate a dati gratuiti, dovranno ridefinire il proprio modello o scaricare il costo sugli utenti finali. La mossa, destinata a ridisegnare l’equilibrio fra banche tradizionali e nuove app, potrebbe innescare un effetto domino tra gli altri grandi istituti USA che controllano l’infrastruttura dei pagamenti digitali.