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Insights 8 Lug 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“”Ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto.” (Oscar Wild)

Bruxelles in ordine sparso davanti all’offensiva tariffaria di Trump. La chiusura europea di lunedì ha visto rialzi moderati, con STOXX 600 +0,4%, DAX +1,1%, CAC 40 +0,3% e FTSE Mib +0,74%, mentre il FTSE 100 ha limato -0,2%. Dietro al rimbalzo tecnico, però, si nasconde il nervosismo per i negoziati sul commercio. A due giorni dalla scadenza del 9 luglio, l’Unione Europea appare divisa: Germania e Italia spingono per un accordo che salvi l’auto, Francia e Spagna rifiutano concessioni, Danimarca si accoda a Parigi. Il risultato è un fronte incrinato che costringe la presidente von der Leyen a scegliere fra accettare il 10 % di dazio universale proposto da Washington (cercando però sconti su farmaci, alcolici e componenti auto) o respingere l’offerta, con il rischio di veder crollare l’unità interna. La Commissione continua a trattare Trump come un negoziatore “tradizionale”, fatto di mandati tecnici e scadenze ferme; in realtà ha davanti un interlocutore capriccioso, le cui date sono elastiche e il cui obiettivo primario è incassare dazi per finanziare il maxi-piano fiscale appena varato.

Wall Street arretra: sell on news?

Oltreoceano i listini hanno chiuso in calo, allontanandosi dai record di settimana scorsa (S&P 500 -0,79%, Nasdaq -0,92%, Dow -0,94%). A zavorrare il sentiment è stata la nuova raffica di lettere firmate da Trump: Giappone e Corea del Sud si vedranno applicare un dazio del 25 % dal 1° agosto, mentre altre missive seguiranno nei prossimi giorni. Contestualmente, la Casa Bianca rinvia ufficialmente la deadline dal 9 luglio al 1° agosto, segnalando che servirà più tempo per “negoziare l’accordo migliore”. Il messaggio chiave, però, resta immutato: chi non accetterà le richieste di Washington potrebbe ritrovarsi con le tariffe riportate ai livelli di Liberation Day. In attesa di chiarezza, il mercato ha punito i titoli tech (Tesla in testa) e premiato la rotazione verso small caps e ciclici. Intanto la minaccia di un ulteriore 10 % contro i Paesi vicini ai BRICS aggiunge rumore di fondo, ma gli operatori continuano a scommettere che uno scontro frontale sui dazi resterà, almeno per ora, un’arma di pressione più che un esito già scritto.

Stagione degli utili al via

Per le Borse europee inizia oggi un banco di prova decisivo: da qui all’11 agosto oltre 400 società pubblicheranno i conti del secondo trimestre. Goldman Sachs prevede una crescita utili complessivamente piatta, con cali a doppia cifra nei settori Auto (-43 %), Chimica (-21 %) ed Energia (-25 %). Solo Tech (+14 %), Telecom (+63 %) e Travel & Leisure (+45 %) dovrebbero mostrare segni più. JPMorgan vede l’indice in fase di consolidamento dopo il rally primaverile, ma conta su un ritorno di momentum a partire dall’autunno grazie allo stimolo fiscale tedesco e ai tagli BCE attesi dopo l’estate. Resta un elemento di vulnerabilità: la debolezza del dollaro riduce i ricavi europei in Nord America, mentre i titoli più esposti alle tariffe hanno già subito revisioni utili oltre il -12 % da inizio trimestre. In controtendenza difesa, aerospazio e cybersecurity, sostenuti dall’impegno NATO al 5 % di spesa sul PIL entro il 2035.