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Insights 23 Giu 2025

DEODATO.GALLERY – L’opera che non vuoi vendere: come Deodato Gallery ha portato in Borsa l’emozione dell’arte

Come riportato da Corriere della Sera, l’investimento in arte non può essere ridotto a una semplice logica di rendimento. C’è un elemento che rende unico l’investimento in arte rispetto a qualsiasi altro: la componente emotiva. Non si tratta solo di diversificare il portafoglio o puntare su un rendimento di lungo periodo. Chi compra un’opera spesso lo fa per amore, per piacere personale, per raccontare qualcosa di sé. È questa la visione alla base di Deodato.Gallery SpA, l’unica galleria d’arte italiana quotata in Borsa, fondata da Deodato Salafia. Un imprenditore sui generis, cresciuto in una famiglia semplice – padre ferroviere, madre bidella – che ha saputo unire una formazione da informatico e teologo in un progetto capace di ribaltare le logiche del mercato dell’arte. «Il dipinto che ami è quello che si apprezza di più», racconta. E soprattutto, è quello che non vuoi rivendere, anche quando vale molto più di quanto lo hai pagato. In questo senso, la sua idea di “dividendo emotivo” rappresenta una svolta: se l’opera ti parla davvero, se entra nella tua casa e nel tuo immaginario, la sua indisponibilità diventa valore. E il valore cresce proprio perché nessuno – neppure tu – vuole separarsene.

Deodato non è un gallerista tradizionale. Il suo approccio, anzi, nasce quasi per caso: acquistando la sua prima casa, si trovò a dover dare un senso a pareti piene di chiodi. Quel vuoto da colmare divenne il suo primo contatto con l’arte, che cominciò a vivere come una “finestra sul mondo”, un modo per aprire spazi interiori prima che fisici. Da allora ha costruito un ecosistema innovativo: dieci gallerie fisiche tra Italia e Svizzera, un ecommerce proprietario, prezzi visibili online, chatbot per l’interazione immediata con i collezionisti, algoritmi sviluppati in house per ottimizzare la gestione delle collezioni. Il tutto al servizio di una missione chiara: rendere l’arte contemporanea accessibile a un pubblico più ampio, senza perdere profondità o qualità. Nella sua collezione spiccano nomi come Banksy, Damien Hirst, Warhol, Shepard Fairey. E anche grazie a questa apertura, la società ha attratto l’interesse di molti piccoli risparmiatori retail, che oggi detengono circa il 18% del capitale.

Arte come storytelling e leva strategica per i brand

Ma la visione di Deodato Salafia va oltre la galleria. Nel tempo ha sviluppato anche una produzione editoriale: due libri divulgativi – Le tue prime cinque opere d’arte contemporanea e NFT per spiaggiati – e una rubrica settimanale sul magazine proprietario Artuu, dove unisce riflessioni su arte, IA, filosofia e umanesimo. Secondo Deodato, il valore di un’opera cresce anche attraverso il racconto che la circonda: un’opera è tanto più importante quanto più diventa parte della tua storia, del tuo ambiente, del tuo modo di vivere. Da qui nasce anche l’attenzione ai collezionisti giusti, quelli che diventano “volano” per l’artista e lo aiutano a crescere nel tempo, rendendo le opere sempre meno cedibili e più desiderabili.

Non sorprende quindi che Deodato Salafia guardi con interesse alla sinergia tra arte e impresa. Alcuni dei progetti di branding più iconici degli ultimi anni – come le collaborazioni tra Louis Vuitton e Yayoi Kusama, le “Art Car” di BMW o le tazzine d’autore firmate Illy – dimostrano quanto l’arte possa essere una leva strategica per costruire identità e rafforzare la connessione emotiva con il pubblico. Un’evoluzione del mecenatismo verso una nuova forma di marketing culturale, che Deodato conosce bene e su cui è pronto a investire, anche attraverso una possibile apertura del capitale a un socio industriale capace di condividere e potenziare la sua visione.

Sul fronte dell’arte digitale, invece, il giudizio è netto. Il boom degli NFT non lo ha mai convinto, e lo ha raccontato con ironia nel suo breviario NFT per spiaggiati. Gli NFT, dice, non sono l’opera, ma solo il contratto che la descrive. E anche se la tecnologia dura nel tempo, i server no: prima o poi, l’immagine sparisce. Esistono eccezioni – come i progetti “on-chain” – ma si tratta di operazioni più concettuali che artistiche. Meglio allora concentrarsi su opere vere, fisiche, con un valore che cresce non solo sul mercato, ma nella vita di chi le sceglie.

In fondo, come ammette lo stesso Salafia, l’arte è superflua. Ma proprio per questo è essenziale. È ciò che arriva alla fine, quando hai già tutto il resto: la macchina, la casa, magari anche la villa al mare. Ed è lì che comincia a parlare davvero di te.

Il nostro giudizio

Sul titolo Integrae SIM ha una raccomandazione BUY, target price €0,60 (upside potential +76%).

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