Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Le decisioni più difficili della Fed non riguardano mai i tassi, ma la fiducia dei mercati.” (Ben Bernanke)
Powell cauto non infiamma i mercati. Seduta incerta a Wall Street, con gli indici che hanno chiuso contrastati e lontani dai massimi di giornata: Dow Jones -0,10%, S&P 500 -0,03%, Nasdaq +0,13% e Russell 2000 +0,52%. Al centro della giornata l’attesa riunione del FOMC di giugno, conclusa senza variazioni sui tassi d’interesse, mantenuti al 4,25%-4,50% come previsto. La Fed ha confermato nella sua SEP di giugno due tagli attesi entro fine anno, con il tasso mediano previsto al 3,875%. Tuttavia, sono cambiate le previsioni macroeconomiche: crescita del PIL USA ridotta all’1,4% per il 2025 (dal precedente 1,7%) e inflazione rivista al rialzo al 3,0% (da 2,7%), con una disoccupazione prevista al 4,5% rispetto al precedente 4,4%. Nella conferenza stampa successiva, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito che l’inflazione potrebbe rimanere elevata nei prossimi mesi, chiarendo che non può dare per scontato che l’impatto inflazionistico delle tariffe commerciali sia temporaneo. Nonostante questo, i mercati obbligazionari mostrano una probabilità del 71% di un taglio dei tassi già a settembre (prima della riunione era del 60%), indicando una crescente attesa di interventi accomodanti entro breve.
Europa sotto pressione, energia resta rischio principale
Anche borse europee hanno chiuso deboli, ma recuperando leggermente dai minimi intraday: STOXX 600 -0,4%, FTSE 100 +0,1%, DAX -0,5%, CAC 40 -0,4% e FTSE Mib invariato ma sceso sotto la soglia dei 40.000 punti. Il forte rialzo dei prezzi del petrolio (+20% in questo mese) resta al centro dell’attenzione per gli investitori, soprattutto dopo l’escalation delle tensioni in Medio Oriente. Secondo Citi, l’impatto delle crisi geopolitiche sui mercati azionari tende a essere temporaneo se non accompagnato da aumenti duraturi dei prezzi energetici. Tuttavia, le valutazioni attuali potrebbero non incorporare del tutto i rischi geopolitici attuali, compreso il possibile esaurimento della tregua tariffaria di 90 giorni imposta da Trump, in scadenza a luglio. Nonostante ciò, il mercato si dimostra resiliente, con l’indice VIX che rimane lontano dai picchi del 2008, segnalando una certa tranquillità tra gli operatori. Tra i settori preferiti come difesa da possibili turbolenze, Citi indica Healthcare e Personal Care, con le borse di Regno Unito e Svizzera che dovrebbero sovraperformare. Lo stesso Citi ha inoltre migliorato tatticamente il settore Energy a neutrale, considerando l’attuale volatilità del petrolio. Ad oggi, la maggior parte degli analisti non vede ancora un concreto rischio di blocco dello Stretto di Hormuz.
OpenAI annuncia GPT-5, Altman sfida Google
Nel mezzo delle turbolenze finanziarie e geopolitiche, emergono novità importanti anche nel settore tecnologico. L’amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, ha annunciato che il lancio del nuovo modello GPT-5 avverrà quest’estate, definendolo il più significativo rilascio di intelligenza artificiale della società fino a oggi. Il nuovo modello integrerà la capacità linguistica di punta di GPT-4o con le competenze di o3 nel codice e nel ragionamento scientifico, puntando a creare un sistema ancora più potente e unificato. Nel nuovo podcast ufficiale dell’azienda, Altman ha sottolineato che GPT-5 non sarà un semplice aggiornamento, ma potrebbe rappresentare il primo vero passo di OpenAI verso modelli simili ad agenti digitali, più vicini al concetto di Intelligenza Artificiale Generale (AGI). Un altro possibile cambiamento significativo sarà il superamento delle denominazioni tradizionali (come GPT-4, 4-turbo, 4o e o3) a favore di aggiornamenti continui di punta. La visione di OpenAI non è limitata soltanto alle capacità tecniche, ma si concentra soprattutto sul posizionamento strategico. L’obiettivo dichiarato è quello di sviluppare modelli in grado di ragionare, pianificare e operare autonomamente in vari contesti. Questo passaggio potrebbe portare OpenAI in competizione ancora più diretta con giganti come Google, che lo stesso Altman ha definito apertamente «un’azienda di tecnologia pubblicitaria». La sfida è dunque lanciata e il mercato tecnologico si trova di fronte a una potenziale rivoluzione che potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri futuri nel settore dell’intelligenza artificiale.