DEODATO.GALLERY -L’arte che si proietta nel futuro: Damien Hirst e il progetto delle opere postume

Nel panorama contemporaneo, la relazione tra arte, tecnologia e tempo si fa sempre più complessa. Damien Hirst, tra gli artisti viventi più influenti a livello globale, rilancia il dibattito con un progetto radicale che punta a superare il concetto di opera d’arte come espressione vincolata al presente. L’iniziativa prevede la realizzazione di centinaia di opere postume basate su istruzioni contenute in oltre 200 taccuini, che verranno attivati progressivamente anche dopo la morte dell’artista. Un’operazione che ribalta le convenzioni di autenticità e unicità, e che apre interrogativi sulla creatività come processo programmabile, replicabile, forse persino ereditabile.
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale, gli NFT e la digitalizzazione ridefiniscono i parametri di produzione e fruizione culturale, Hirst sembra anticipare un nuovo modello di “legacy creativa”. La sua idea non solo introduce una narrazione innovativa sul tempo dell’arte, ma propone una strategia concreta per trasformare l’eredità artistica in una piattaforma aperta e dinamica, capace di generare valore ben oltre il ciclo vitale dell’autore.
L’eredità come processo attivo: implicazioni culturali e di mercato
Il progetto di Hirst non si limita a una provocazione teorica. Le ricadute potenziali sono molteplici, sia in ambito museale sia nel mercato dell’arte. Se da un lato la produzione postuma apre alla possibilità di collezionare opere “inedite” dell’artista, dall’altro introduce nuovi modelli di gestione patrimoniale: la legacy diventa un asset produttivo, un archivio in divenire, una forma evoluta di storytelling visivo. Un approccio che potrebbe attrarre collezionisti, investitori e istituzioni culturali interessati a un’arte capace di rigenerarsi nel tempo.
In questo scenario, la figura dell’artista si fonde con quella del progettista visionario, capace di costruire un orizzonte che va oltre il qui e ora. L’opera non è più solo un oggetto, ma una traiettoria, un’espressione che si attiva nel tempo grazie a una progettazione meticolosa. Per il mondo dell’arte, si tratta di un passaggio cruciale verso una nuova idea di contemporaneità: fluida, programmata e sempre più aperta al dialogo tra umano e artificiale.
Il nostro giudizio
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