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Insights 6 Giu 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Le tensioni politiche possono agitare i mercati, ma alla fine contano sempre i numeri.” (Paul Volcker)

Europa: BCE taglia ancora, ma Lagarde guarda già oltre. I listini europei restano positivi, anche se distanti dai massimi: STOXX 600 e FTSE 100 in rialzo dello 0,1%, DAX +0,2%, CAC 40 -0,2%. Bene Piazza Affari, con il FTSE Mib che ha guadagnato lo 0,74%. Tutti gli occhi sono stati puntati sulla BCE, che ha tagliato come previsto il tasso sui depositi di 25 punti base al 2,00%: è l’ottava riduzione consecutiva. La presidente Lagarde definisce la politica monetaria «quasi al termine del ciclo di aggiustamento» e ribadisce un approccio «in base ai dati, riunione dopo riunione». Dopo l’annuncio, l’euro si è rafforzato e i rendimenti obbligazionari nell’Eurozona risaliti. Riviste al ribasso le previsioni sull’inflazione: calo di 0,3% nel 2025 e 2026, con inflazione core prevista al target del 2% entro il 2026. Lagarde lascia quindi intravedere una possibile pausa già nella riunione di luglio. L’outlook della BCE sull’economia è positivo: confermata la crescita del PIL allo 0,9% nel 2025, grazie a investimenti pubblici in difesa e infrastrutture. L’istituto centrale ritiene che l’aumento dei redditi reali e condizioni finanziarie favorevoli renderanno l’economia più resiliente, nonostante le persistenti incognite legate alla politica commerciale.

USA: mercati in calo, Trump e Musk ai ferri corti

Wall Street ha chiuso una seduta volatile con gli indici in rosso: Dow Jones -0,25%, S&P 500 -0,53%, Nasdaq -0,83%. Le contrattazioni si chiudono comunque lontane dai minimi, limitando le perdite in un contesto reso nervoso dalle nuove tensioni tra il presidente Trump ed Elon Musk. L’escalation è avvenuta sui social media, creando un effetto a catena negativo su Tesla, che ha guidato al ribasso il settore tecnologico e il sentiment generale nel pomeriggio. Musk ha definito il recente disegno di legge di riconciliazione fiscale repubblicano una «disgustosa abominazione», accusandolo di incrementare spesa inutile e debito. Ulteriore elemento di attrito, l’eliminazione degli incentivi per i veicoli elettrici (EV) a fronte del mantenimento di sussidi al petrolio e gas. Il conflitto è degenerato ulteriormente dopo una provocatoria insinuazione da parte di Musk sulle frequentazioni di Trump (riferimenti ai file Epstein). Trump ha replicato accusando Musk di conoscere bene i dettagli della legge e dichiarando di avergli chiesto personalmente di lasciare l’amministrazione. Ha quindi ironicamente proposto di eliminare i sussidi pubblici e i contratti governativi a favore delle aziende di Musk come soluzione semplice per risparmiare. In un mercato già teso, queste polemiche personali rischiano di pesare ulteriormente.

Tra geopolitica e commercio: Trump-Xi verso il disgelo?

In una giornata dominata dalle tensioni interne negli Stati Uniti, una nota positiva arriva dalla telefonata tra Donald Trump e Xi Jinping. La conversazione, durata circa 90 minuti, è stata descritta dallo stesso Trump come «molto positiva per entrambi i Paesi». Annunciati a breve incontri tra i team commerciali, con reciproci inviti per visite ufficiali. Una possibile tregua nella guerra commerciale potrebbe quindi profilarsi all’orizzonte. Tuttavia, i mercati mantengono prudenza: la tregua USA-Cina resta fragile e condizionata dalle dinamiche politiche interne americane. Anche per questo, l’euforia è contenuta, soprattutto dopo l’evidente delusione per la performance del settore tecnologico a causa dello scontro Musk-Trump. I mercati, in sostanza, restano alla finestra, consapevoli che la politica continua a dettare le regole del gioco. E se oggi la BCE prova a guardare oltre le tensioni commerciali e la Fed appare in attesa di nuovi dati sull’occupazione, domani potrebbero essere di nuovo le polemiche politiche a decidere la direzione degli indici. Forse, in questo scenario, la vera domanda non è se la telefonata Trump-Xi segnerà una svolta, ma quanto durerà la prossima calma apparente.