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Insights 6 Mag 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

«È quando le cose vanno bene che si creano i rischi» (Fabio Panetta)

L’Europa riprende fiducia mentre l’America paga il prezzo dei dazi. Le Borse europee hanno chiuso miste la seduta di lunedì confermando una ritrovata fiducia dopo lo shock iniziale generato dalle politiche tariffarie americane: lo STOXX 600 ha guadagnato lo 0,2%, mentre il DAX ha segnato un significativo +1,1%. Più deboli invece il CAC (-0,4%) e il FTSE Mib italiano (+0,39%). La giornata è stata caratterizzata dal netto miglioramento dell’indice Sentix sulla fiducia economica nell’Eurozona, che ha sorpreso gli analisti con un deciso recupero di 11,4 punti a quota -8,1, riflettendo la risposta misurata della Commissione Europea alla minaccia dei dazi statunitensi. L’outlook degli investitori è tornato positivo per la prima volta dopo mesi, con le aspettative future balzate di quasi 20 punti, mentre la percezione della situazione economica attuale è migliorata di 4 punti. Al contrario, l’economia americana sembra soffrire più direttamente gli effetti della sua stessa strategia tariffaria, con l’indice di situazione attuale ai minimi da gennaio 2021. Le attese sull’inflazione nella zona Euro appaiono ora più gestibili, aprendo ulteriori spazi di manovra per eventuali tagli dei tassi da parte della BCE.

Wall Street si ferma dopo una corsa da record

Gli indici americani hanno chiuso la sessione di lunedì in lieve calo dopo una straordinaria sequenza di nove sedute consecutive in rialzo, la più lunga dal 2004: il Dow Jones ha perso lo 0,24%, lo S&P 500 ha ceduto lo 0,64% e il Nasdaq lo 0,74%. In una giornata povera di catalizzatori, con volumi ridotti e la volatilità (VIX) tornata sui minimi delle ultime settimane, ai livelli pre 2 aprile, gli investitori hanno optato per una rotazione verso asset più difensivi, interrompendo così la possibilità dello S&P di segnare la prima striscia positiva di dieci giorni consecutivi dal 1995. Dal punto di vista macroeconomico, non sono giunte novità rilevanti, con la politica commerciale USA ancora incerta: Trump ha suggerito che una riduzione dei dazi verso la Cina potrebbe avvenire “a un certo punto”, ma ha escluso conversazioni imminenti con il presidente Xi. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno respinto la richiesta del Giappone per un’esenzione completa dai dazi reciproci, e nuove tensioni sono emerse sul fronte delle importazioni cinematografiche straniere, sulle quali Trump vorrebbe imporre tariffe del 100%.

Il sentiment sulle criptovalute torna a livelli record

In netta controtendenza rispetto alle tensioni commerciali e al quadro economico globale incerto, gli asset digitali hanno vissuto un’altra settimana di forti afflussi, registrando investimenti per oltre $2 miliardi, che portano il totale delle ultime tre settimane a $5,5 miliardi. Secondo il report settimanale di CoinShares, guidato dall’Head of Research James Butterfill, questo movimento conferma un significativo e repentino cambiamento nel sentiment degli investitori, dopo una lunga fase negativa durata nove settimane. Gli afflussi complessivi da inizio anno hanno così raggiunto i $5,6 miliardi, con gli asset totali in gestione (AuM) che hanno toccato quota $156 miliardi, il livello più alto da metà febbraio. A trainare questa nuova fiducia sono stati principalmente gli investitori statunitensi ($1,9 miliardi di afflussi), ma contributi rilevanti sono arrivati anche da Germania ($47 milioni), Svizzera ($34 milioni) e Canada ($20 milioni), segno che l’interesse verso le criptovalute è tornato ad essere un fenomeno globale.