Il punto sul mercato di Integrae SIM

“I mercati vivono di fiducia. Quando la perdi, non ci sono tassi d’interesse che bastino a salvarli.” (Ray Dalio)
Dalio avverte: “trauma psicologico” per gli investitori dopo il caos sui mercati. La nuova settimana si apre con il monito di Ray Dalio, fondatore di Bridgewater, che ha parlato di un diffuso “shock psicologico” dopo il tracollo che ha colpito tutte le asset class nei giorni scorsi. Secondo il miliardario americano, la recente volatilità ha profondamente intaccato la credibilità finanziaria degli Stati Uniti, accendendo i riflettori sulla debolezza del dollaro e sul comportamento anomalo dei Treasury a 30 anni rispetto a quelli a 10 anni. “Poteva essere gestito meglio”, ha dichiarato Dalio a Bloomberg, riferendosi all’approccio dell’amministrazione Trump alla crisi tariffaria. Intanto, sul mercato si moltiplicano i consigli per “proteggere il portafoglio dalla recessione”: evitare reazioni impulsive, puntare su asset di qualità e aumentare l’esposizione all’oro. Attenzione alla riunione della BCE in programma questa settimana ovvero il 17 aprile. probabile un nuovo taglio di 25 punti base dei tassi di interesse che scenderanno così al 2,5%. La FED si riunisce invece a inizio maggio.
Nuova ondata di vendite: Wall Street teme il congelamento degli scambi con la Cina
La settimana è stata caratterizzata da una serie di rimbalzi tecnici che però hanno favorito un rialzo di Wall Street vicino al 10%. I mercati restano però in area risk off dopo l’ennesimo inasprimento delle tensioni USA-Cina, che ha portato a un nuovo round di liquidazioni su azioni, bond, dollaro e petrolio. Il tentativo di Trump di rassicurare Wall Street con una “pausa selettiva” ha avuto un impatto limitato mentre il dollaro è scivolato ai minimi da ottobre. L’oro resta così sui top storici, mentre recupera terreno il bitcoin ma lontano dai massimi. Gli investitori temono che il quasi congelamento degli scambi con la Cina possa colpire duramente la crescita globale. Intanto, Pechino ha alzato i dazi su tutti i beni USA portandoli al 125%, mentre Washington ha reagito con una tariffa del 145%. L’ipotesi di un’escalation “a tempo indefinito” è ormai concreta anche se le big tech riceveranno una esenzione limitando, per il momento, la frenata delle Borse.
Anche i Treasury traballano: safe haven o rischio emergente?
In un contesto storico in cui i Treasury americani hanno sempre rappresentato un rifugio sicuro, oggi iniziano a comportarsi come asset rischiosi. I rendimenti, soprattutto sulle scadenze lunghe, sono saliti bruscamente, accompagnati da vendite simultanee di azioni e obbligazioni, un’anomalia che preoccupa gli analisti. Secondo l’ex Segretario al Tesoro Lawrence Summers, i bond statunitensi stanno iniziando a somigliare a titoli di debito di un Paese emergente, non dimentichiamo che il Debito/Pil statunitense è vicino al 120%, l’Italia è al 140%. La volatilità sistemica e la possibilità che lunedì si apra un’altra settimana di turbolenze sono al centro dei timori degli operatori. E mentre Trump rilancia la sua partita a poker con Xi Jinping, la Cina non intende fare marcia indietro sui dazi e svaluta la propria moneta. Ormai lo scontro commerciale è totale, e la prossima escalation potrebbe colpire altri settori strategici.