Insights & Research

Home / Insights / Il punto sul mercato di Integrae SIM
Insights 8 Apr 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Quando l’economia viene usata come un’arma, tutti devono prepararsi alla guerra.” (Pascal Lamy)

Mercati sospesi tra panico e diplomazia. La giornata di lunedì si è aperta all’insegna della volatilità estrema, con i mercati inizialmente in calo per i timori legati a dazi, crescita e stagflazione. L’indice S&P 500 è arrivato a perdere il 25% dal massimo dell’anno, toccando un livello tecnico molto importante. A metà seduta è arrivato un rimbalzo sulle indiscrezioni di una pausa di 90 giorni annunciata dalla Casa Bianca, subito smentita, che ha innescato un nuovo crollo e infine una chiusura sulla parità. La confusione generata dai messaggi contraddittori di Washington ha alimentato l’incertezza globale. Trump ha minacciato una tariffa del 50% sulla Cina, mentre Navarro ha escluso trattative e definito “non sufficiente” l’offerta di Vietnam per azzerare i dazi. Bessent e lo stesso Trump hanno però lasciato intendere che partiranno negoziati, cominciando dal Giappone, la cui valuta sta diventando un bene rifugio. Ma il mercato vuole segnali più chiari sul fatto che gli Stati Uniti non intendano spingersi verso una vera e propria guerra commerciale globale. Il tema dei dazi resta centrale anche per i riflessi su inflazione, recessione e prospettive di politica monetaria: si ridimensionano le attese sui tagli dei tassi (ora circa 100 punti base attesi nel 2025), a fronte di Fedspeak più hawkish, indebolimento della fiducia, effetto ricchezza negativo e un possibile ritorno sotto pressione del comparto tecnologico.

Europa in correzione: svaniti i guadagni del primo trimestre

Il nuovo round di dazi ha travolto anche le Borse europee, con un sell-off violento che ha portato l’OMX Stockholm 30 in bear market e gli indici di Italia, Francia, Svizzera e Germania in zona correzione. I guadagni del primo trimestre, spinti da speranze su riforme fiscali tedesche, tassi più bassi e valutazioni interessanti, sono stati azzerati in pochi giorni. Dopo aver sovraperformato l’S&P 500 nel primo trimestre come mai prima d’ora, l’Europa è tornata sotto pressione. Il sentiment è virato bruscamente in negativo: Barclays ha tagliato il target 2025 dello Stoxx 600, paventando un worst-case a 390 punti, mentre Citigroup stima che le tariffe Usa potrebbero tagliare di 3 punti percentuali la crescita degli utili europei. Se la frenata peggiorasse, gli EPS potrebbero addirittura azzerarsi o scendere. Uno scenario che lascia margini per ulteriori correzioni e limiti gli spazi di manovra della BCE in occasione della riunione del 17 aprile.

Nessun segnale di tregua: Trump rilancia, l’Europa valuta le contromosse

Nessun sollievo sul fronte dei dazi, dopo la peggior due-giorni per l’S&P 500 dal 2020. Nel weekend, il Segretario al Commercio Lutnick ha escluso rinvii all’implementazione del 9 aprile, mentre il Segretario al Tesoro Bessent ha ribadito che molti partner commerciali “sono stati attori sleali per troppo tempo”. Trump ha rilanciato domenica sera con un post tranchant: “Sometimes you have to take medicine to fix something”. Parole che hanno affossato l’ultimo tentativo di rimbalzo. I mercati hanno ignorato l’apertura a negoziati: secondo fonti di stampa, oltre 50 Paesi – tra cui Giappone, Taiwan, India, Vietnam, Indonesia – avrebbero avviato contatti con Washington. Trump si è detto disposto a trattare con la Cina, ma ha posto come precondizione un intervento sul surplus commerciale. Intanto, i membri dell’Unione Europea si sono riuniti per discutere possibili ritorsioni, mentre i leader delle imprese americane continuano a lanciare l’allarme su una crisi di fiducia imminente.