Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Il successo è la somma di piccoli sforzi ripetuti giorno dopo giorno.” (Robert Collier)
Il riscatto dell’Europa fa primavera? I mercati azionari europei hanno chiuso in deciso rialzo giovedì, con i settori tecnologico, telecomunicazioni, utilities, energia e auto/parti tra i migliori performer, mentre sanità, materie prime e retail hanno sottoperformato. Un segnale di risveglio dei listini europei che dopo le elezioni hanno sottoperformato: –5% rispetto al Nasdaq 100. Negli Stati Uniti, le azioni hanno registrato una chiusura mista nella giornata di giovedì, con i principali indici di Wall Street che si avviano verso una chiusa settimanale in calo. L’attenzione degli investitori continua a concentrarsi sui temi noti, con l’Europa che cerca di recuperare terreno rispetto ai mercati statunitensi, nonostante le persistenti preoccupazioni legate alle politiche commerciali di Trump. Le promesse di tagli fiscali hanno acceso i riflettori sui livelli di deficit e sulla probabile crescita del debito pubblico. In Germania, la campagna elettorale sembra destinata a includere un dibattito più ampio sulla possibilità di modificare la regola del debito per consentire maggiori spese. Tema di investimento che ha spinto al rialzo alcuni settori esposti alle infrastrutture. Sebbene i timori di un rallentamento economico abbiano rafforzato le aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE, l’aumento della spesa pubblica potrebbe avere implicazioni sulle aspettative inflazionistiche a medio termine. Tuttavia, fonti interne alla BCE suggeriscono che ulteriori tagli di 25 punti base rimangano probabili fino al 2025.
Pressioni Inflazionistiche e Politica della Fed
Il tono prudente dei mercati statunitensi è stato alimentato dalle dichiarazioni più hawkish del presidente della Fed, Jerome Powell, che ha parlato alla Federal Reserve Bank di Dallas. Powell ha osservato che l’economia non mostra segnali tali da richiedere un immediato abbassamento dei tassi d’interesse. Ha ribadito che il mercato del lavoro si è raffreddato al punto da non essere più una fonte significativa di pressioni inflazionistiche, mentre l’economia americana rimane solida. Le sue osservazioni arrivano dopo quelle del presidente della Fed di Richmond, Barkin, il quale ha sottolineato che l’incertezza sull’inflazione è uno dei motivi per cui la Fed dovrebbe adottare un approccio graduale. Gli analisti hanno notato un tono leggermente più hawkish rispetto alla conferenza stampa della settimana scorsa, ma non ci sono stati cambiamenti significativi nel messaggio complessivo della Fed. Secondo l’indicatore FedWatch di CME, la probabilità di un mancato taglio dei tassi a dicembre rimane intorno al 30%.
Prospettive Globali e Impatti Regionali
Sul fronte macroeconomico europeo, i dati più recenti includono un miglioramento dei prezzi delle case nel Regno Unito, mentre si attendono i numeri su occupazione, PIL e produzione industriale nell’Eurozona. Le minute di ottobre della BCE hanno indicato che il taglio dei tassi non comporta rischi significativi e che la politica monetaria rimane restrittiva. L’outlook sull’inflazione è influenzato da segnali economici più deboli, ma è ancora presto per dichiarare la fine delle pressioni inflazionistiche. In Asia, la Cina ha annunciato nuovi tagli fiscali per stimolare il mercato immobiliare, mentre il Giappone ha riportato un’inflazione dei prezzi alla produzione al livello più alto da agosto 2023, trainata da un rialzo dei prezzi del riso. In Corea del Sud, il tasso di disoccupazione è risultato superiore alle attese, alimentando le incertezze economiche. Inoltre, la stampa giapponese ha riferito che i produttori di automobili si preparano a intensificare le attività di lobbying negli Stati Uniti, in risposta alle politiche commerciali e tariffarie di Trump.