Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Il cambiamento è la legge della vita. E quelli che guardano solo al passato o al presente sono certi di perdere il futuro.” (John F. Kennedy)
I mercati azionari europei hanno chiuso in calo la seduta di ieri, registrando perdite che li hanno portati sui minimi della giornata. Tra i settori peggiori retail, real estate e beverages, mentre le banche sono state tra le poche eccezioni, beneficiando del ritorno di una domanda più stabile e gli ottimi risultati trimestrali: ieri è stato il turno di Intesa Sanpaolo che ha anche alzato i target 2025 dimostrando una grande fiducia nel futuro nonostante il cambio di politica monetaria. Negli Stati Uniti, le borse hanno chiuso negativamente, con il Nasdaq che ha segnato la peggiore seduta dall’inizio di settembre: in rosso di oltre il 2%. Il sentiment ribassista è stato alimentato dalle trimestrali delle Big Tech, che hanno mostrato una cautela nei risultati, e dall’impatto delle imminenti elezioni americane, un ulteriore fattore di incertezza che pesa sul mercato. Il titolo Trump Media ha lasciato sul terreno oltre l’11% ma in 1 mese guadagna ancora oltre il 120%. La recente ondata di report dei Mag 7 non ha offerto elementi di svolta, anche se il tema della crescita secolare nell’AI resta ancora un punto di forza a lungo termine. Inoltre, i rendimenti obbligazionari sono stati influenzati sia dal rischio elettorale sia dal continuo dibattito tra gli investitori su uno scenario di soft- o no-landing.
Inflazione in aumento e cautela della BCE sui tagli dei tassi
In Europa, l’inflazione preliminare dell’Eurozona per ottobre si è allineata all’obiettivo del 2% della BCE, in rialzo rispetto all’1,7% di settembre e leggermente al di sopra delle previsioni dell’1,9%. Questo incremento è stato sostenuto da un rallentamento meno marcato dei costi energetici, mentre l’inflazione core è rimasta stabile al 2,7%. I dati regionali avevano già anticipato una ripresa dell’inflazione, in particolare con i prezzi dei servizi core in crescita in Germania. Questo contesto ha riaperto il dibattito all’interno della BCE, dove funzionari come Schnabel, Nagel e Lagarde hanno suggerito che i futuri tagli dei tassi saranno probabilmente moderati. Mentre l’Eurozona ha mostrato segni di tenuta nel terzo trimestre, registrando una crescita dello 0,4% contro lo 0,2% atteso, la Germania ha evitato per poco la recessione, crescendo dello 0,2% nel terzo trimestre. Tuttavia, le prospettive restano deboli, con diversi indicatori di fiducia e PMI che puntano a un rallentamento. In questo quadro, il tasso di disoccupazione di settembre è migliorato al 6,3%, ma si teme che le imminenti chiusure di fabbriche automobilistiche in Germania possano rallentare il mercato del lavoro, riducendo i rischi di pressioni salariali e l’inflazione.
L’unione bancaria fa la forza
Sul fronte bancario, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha sottolineato i benefici di un’integrazione più forte del mercato bancario europeo per aumentare la solidità delle banche italiane, citando indirettamente il tentativo di UniCredit di fondersi con la tedesca Commerzbank. Panetta ha evidenziato che operare su scala europea consentirebbe alle banche di diversificare i rischi e rafforzare la loro offerta di servizi. Questo scenario risulta promettente per le banche italiane, che stanno dimostrando un’ottima solidità: Intesa Sanpaolo ha registrato un utile netto di €7,2 miliardi nei primi nove mesi del 2024 (+17,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), con una previsione di oltre €8,5 miliardi entro fine anno. Il CEO Carlo Messina ha inoltre aumentato il target di utili per il 2025 a circa €9 miliardi. Secondo Panetta, in futuro l’elevata patrimonializzazione e la prevedibile riduzione della redditività potrebbero favorire operazioni di concentrazione, anche a livello transfrontaliero, contribuendo a una maggiore competitività del settore bancario europeo.