Il punto sul mercato di Integrae SIM
«Non ti arrendere mai. Di solito è l’ultima chiave del mazzo quella che apre la porta» (Paulo Coelho)
La settimana sui mercati si apre con la tragica notizia dell’attentato a Donald Trump. Le prime indicazioni provenienti dai futures di Wall Street, dalle Borse aperte nel week-end (Arabia Saudita e Israele), ed infine il Bitcoin, il cui trading non conosce sosta, sono positive. Le due Borse Medio Orientali hanno chiuso entrambe in territorio positivo, mentre il Bitcoin sale di oltre il 2%, tornando sopra la soglia di $60mila. Anche il prezzo del gas naturale non mostra volatilità, solo in leggero calo rispetto ai prezzi pre-attentato. I mercati si sono lasciati alle spalle una settimana positiva: MSCI World Equity +1,34%, Euro Stoxx +1,31%, S&P 500 +0,8%. Solo il Nasdaq ha chiuso in leggero territorio negativo, -0,4%. Il Petrolio è calato di oltre il 2% in 5 sedute, nuovamente sotto la soglia di $80. In sintesi, prima della notizia dell’attentato al candidato alle presidenziali statunitensi, le Borse non davano segnali di debolezza nonostante le “chiamate” per una correzione da parte di alcune banche d’affari come Morgan Stanley. Tra le buone notizie della scorsa settimana ricordiamo il dato sull’inflazione statunitense a giugno, scesa oltre le attese sebbene sempre lontana dalla soglia del 2% indicata dalla Fed per cambiare rotta in materia di politica monetaria. In attesa di misurare l’impatto delle nuove tensioni politiche negli Usa, giovedì si riunisce la Bce che dovrebbe mantenere i tassi di interesse invariati al 4,25%, dopo il taglio di 25 punti base della riunione precedente. Ma attenzione, mercoledì alle 11:00 sarà diffuso il dato sull’inflazione nella zona euro, atteso stabile sulla rilevazione precedente ovvero +2,5% su base annua.
Che business le olimpiadi
Le Olimpiadi di Parigi 2024 promettono di essere un evento di portata mondiale, capace di influenzare non solo gli sportivi e gli appassionati, ma anche il mercato finanziario. Gli investitori guardano con attenzione alle opportunità che potrebbero emergere in Borsa, con titoli specifici in grado di trarre vantaggio dall’esposizione globale offerta dai Giochi. Il seguito degli eventi sportivi internazionali è impressionante. Si stima che gli ultimi giochi a cinque cerchi abbiano avuto un’audience televisiva globale di 3 miliardi di persone, mentre gli Europei di calcio sono stati seguiti da oltre 5 miliardi di appassionati. Questi eventi offrono un impatto commerciale e di visibilità significativo, benefico innanzitutto per sponsor olimpici storici come bevande, integratori, abbigliamento, accessori ma anche le aziende della filiera, ovvero produttori di contenuti ed apparecchiature elettroniche utilizzate per assistere agli eventi, non ultimi i videogiochi. Tra le società italiane sotto i riflettori segnaliamo NVP, quotata su Euronext Growth Milan il listino delle PMI ad alto potenziale di crescita e oggetto di copertura di Integrae SIM. Attiva nella realizzazione di contenuti per network televisivi e servizi di broadcasting, NVP potrebbe vedere un incremento della propria visibilità e dei propri ricavi, in particolare grazie al contratto sottoscritto con OBS (Olympic Broadcasting Services) per la realizzazione dei contenuti dei XXXIII Giochi Olimpici. Da inizio anno il prezzo delle azioni sale del 10%, rispetto al -2,5% dell’indice di appartenenza.
Torna la deflazione?
Le forze deflazionistiche derivanti dal rallentamento economico in Cina stanno iniziando a influenzare i mercati globali, con un impatto notevole su Stati Uniti ed Eurozona, causando una riduzione dei prezzi dei beni. Lo sostiene Morgan Stanley in un recente report inviato ai propri clienti. La prolungata fase di deflazione in Cina, la più grave dagli anni ’90, sta aumentando il problema della capacità produttiva inutilizzata, nonostante i recenti sforzi governativi per stabilizzare l’economia. Secondo il rapporto della società di investment banking intitolato “China’s Deflationary Spillovers”, gli effetti di questa situazione si fanno sentire soprattutto nei settori dei beni essenziali, come abbigliamento ed elettronica. Di conseguenza, c’è stata una lieve riduzione dei tassi d’inflazione di base di circa lo 0,1% sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona, principalmente a causa di una diminuzione significativa dell’inflazione dei beni essenziali di circa lo 0,5%. E in futuro il contributo potrebbe essere ancora superiore spingendo le banche centrali ad allentare la presa sulla politica monetaria restrittiva. Gli economisti di Morgan Stanley avvertono infatti che queste forze deflazionistiche potrebbero persistere a meno che la Cina non adotti cambiamenti politici significativi per promuovere la crescita attraverso la spesa dei consumatori, nonostante gli attuali tentativi di stimolare gli investimenti nel settore manifatturiero.